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Carsten Höller

Che cos'è Fara Fara? Perché Carsten Höller fa esplodere la sua mostra Doubt in un soundclash tra due gruppi congolesi e due europei?

quartiere Bicocca

Scritto da Giovanna Silva il 1 luglio 2016
Aggiornato il 13 dicembre 2022

Quando si parla di Carsten Höller vengono sempre alla mente immagini di scienza e di gioco, dove ogni cosa è in movimento e assume proporzioni inaspettate, dove ogni passo implica nuove scoperte e mette alla prova la logica acquisita, in un universo che sembra concepito dal fratello gemello di Lewis Carroll. La mostra Doubt aperta fino a fine luglio al Pirelli HangarBicocca, è in un certo senso l’apoteosi di questo immaginario, con i suoi percorsi disorientanti, le giostre e le macchine per volare e i letti mobili, ma costringe a un certo punto il visitatore a fermarsi, tra una giravolta e l’altra, davanti a un film proiettato su doppio schermo: Fara Fara, girato insieme a Måns Månsson. Fara Fara è un documentario incompiuto su una forma di sfida musicale dal vivo popolarissima in Congo, un fenomeno che riesce a mobilitare decine di migliaia di persone alla volta per tempi lunghissimi.

Un frame del film Fara Fara
Un frame del film Fara Fara

 

Consumato dalla propria passione per la musica congolese, Carsten ha fatto di questo film una vera e propria tela di Penelope, perché non vorrebbe mai smettere di tornare e ritornare sul campo a indagare la scena musicale, a prendere posto sulle sedie di plastica e ad ascoltare quella che ormai per lui è la più potente delle droghe. Top Mode Africa (Monument à la Sape), sempre in mostra, è il modello costruito insieme a Rigobert Nimi della scenografia (a sua volta mai realizzata) del Fara Fara oggetto del film. Ma l’Hangar ha deciso di non fermarsi qua: il 7 e 8 luglio ospita un vero Fara Fara, curato da Carsten in persona, dove due gruppi congolesi francesi scelti dal mitico Bellou si scontrano all’ultimo sangue con due gruppi europei selezionati da Lorenzo Senni.

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Giovanna Silva, che ha pubblicato per i tipi di Humboldt Books un libro sul making of del film (o sul not making of, visto che il titolo è “Fara Fara” – a Film Not Made) a cui lei stessa ha partecipato, ha posto alcune domande a Carsten Höller sulle origini e sulle implicazioni della sua ossessione per il fenomeno Fara Fara.

“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014
“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014

GIOVANNA SILVA: Cominciamo con una domanda ovvia, ma complessa: cos’è il Fara Fara?
Carsten Höller: Cito la quarta di copertina del libro che abbiamo fatto assieme, “Fara Fara” – a Film Not Made: «Fara Fara significa “faccia a faccia” in lingua Lingala, ed è un fenomeno musicale fortemente radicato nella cultura del Congo. Due gruppi suonano contemporaneamente in due luoghi vicini, e chi suona più a lungo vince. In epoche passate, i contrasti venivano risolti in questo modo; oggi, si tratta più di una leadership musicale. Fara Fara è un evento che attrae enormi folle, ma è un abbastanza raro.»

“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014
“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014

La prima volta che sei stato in Congo eri andato per la musica o per altro?
Ero molto incuriosito dalla provenienza di questa musica che avevo sentito per la prima volta (almeno consciamente) in un locale che si chiamava 2001, a Cotonou in Benin, nel 1995. Ero stato ipnotizzato da un brano di Koffi Olomide. Dopo aver ascoltato quel pezzo, ho gradualmente abbandonato tutto il resto della musica – ora ascolto solo musica del Congo, vecchia o nuova. A un certo punto, ho pensato “è una mia impressione o anche altre persone sono affascinate da questa musica così diversa da quella alla quale siamo abituati, sia nello stile sia nella struttura?” e assieme ad alcuni amici abbiamo organizzato dei concerti a Stoccolma, dove vivo – assieme a Koffi Olomide e Werrason. Ho visto persone svedesi ballare e ho pensato, ottimo, funziona! Eppure questa musica non è ancora riuscita a radicarsi nelle orecchie occidentali.
Ma tornando alla tua domanda, fu Armin Linke a chiedermi se volevo unirmi a lui in un viaggio a Kinshasa nel 2001. In qualche modo aveva saputo del mio interesse per la rumba del Congo, e naturalmente gli ho detto di sì. Ci siamo scatenati durante quel viaggio. È stato veramente intenso. Da allora ci torno regolarmente, almeno una volta l’anno.

“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014
“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014

Il Double Club (il progetto sostenuto dalla Fondazione Prada) è nato dalla tua passione per la musica del Congo. Ci racconti come è andato il concerto a Parigi, organizzato da Bellou (il tuo Virgilio del Congo)?
Durante i preparativi del The Double Club (Londra, 2008-2009) – che era un bar, ristorante, discoteca, per metà congolese e per metà occidentale nell’arredamento, come nella musica – volevo mostrare a Miuccia un Fara Fara del Congo che stava per svolgersi a Parigi tra Koffi e Werra. Ben sapendo che il primo avrebbe potuto dare disdetta all’ultimo minuto, ho verificato con Bellou fino a quando mi hanno obbligato a spegnere il telefono sull’aereo. Fino a quel momento tutto bene, ma quando sono atterrato a Parigi Koffi aveva dato disdetta. Dal momento che Miuccia stava arrivando ho deciso di fare comunque qualcosa di congolese e alla fine ci siamo trovati con lei ed alcuni amici in un parcheggio dietro la périphérique, dopo aver convinto il suo autista che si rifiutava di portarci in quel luogo di “petit voyous”. C’era da mangiare e bere, c’erano le sedie di plastica tipiche del quartiere e naturalmente c’era la musica che proveniva da angoli differenti dell’immenso parcheggio sperduto. Abbiamo trascorso delle ore in quel luogo, divertendoci moltissimo.

“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014
“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014

A un certo punto hai collaborato con il direttore Måns Månsson (senza sapere che alla fine degli anni 90 Måns era stato reclutato come portiere in una squadra giovanile congolese a Kinshasa), per girare un film sul Fara Fara. Il film non è ancora finito. Nella mostra all’Hangar ne vediamo una parte, con un bellissimo montaggio, che alterna momenti tranquilli al caos musicale e umano di Kinshasa. Finirai mai il film con Måns o ormai lo lasci incompiuto per principio?
Non lo so, ma per chi è interessato posso suggerire di leggere il libro: come il gatto di Schrödinger, il film è finito e non finito allo stesso tempo. È entrambe le cose, è congolese, ed è me.

“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014
“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014

Il Fara Fara rappresenta molte cose, ma soprattutto lo spirito del Congo. I musicisti in gara hanno un incredibile potere sociale. Werrason viene definito come una delle persone più potenti del Congo, dopo il presidente. Ok, questa non è una domanda, ma vorrei sapere la tua opinione in merito.
Sì, effettivamente riempie uno stadio con 200mila persone. Avevo organizzato anche un concerto gratuito con Felix Wazekwa, e anche se non avevamo fatto quasi nulla per promuovere l’evento, a parte attaccare in giro qualche locandina, sono venute 60mila persone. La musica è incredibilmente potente nella Repubblica Democratica del Congo, non credo che ci sia un altro posto al mondo così. Se un musicista come Werra dice qualcosa le persone la faranno – credo davvero che sia più autorevole del presidente.

“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014
“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014

Tornando alla musica: la rumba congolese viene da Cuba, dal son cubano, anche se è un genere meticcio ed è stata reinterpretata. OK Jazz è stata una delle prime band, poi Papa Wemba ha formato Zaiko Langa Langa. Ho assistito con te a una delle prove di Werrason, e ho visto cosa significhi essere una grande star della musica congolese. Mi rendo conto che è difficile (anche dopo una settimana di musica congolese in tua compagnia e un libro, perdo il filo), ma potresti farmi un quadro della scena musicale congolese? Penso che sia importante, perché è unica non solo sul piano musicale, ma dal punto di vista strutturale e politico.
Oh … consiglio Rumba on the River di Bob White per avere una panoramica storica della musica congolese. E il testo di Achille Mbembe Chimurenga Chronic.

“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014
“Fara Fara” – a Film Not Made. Photo by Pierre Björk, 2014

Cosa succederà all’Hangar il 7 e 8 luglio? (Spero ci siano anche le immancabili sedie di plastica che accompagnano ogni concerto congolese come si deve)
Vieni e lo scoprirai – sarà il primo Fara Fara dove si sfideranno Congo e Occidente!!

Summer Casino 2015 – Pirelli HangarBicocca, Milano, luglio 2015, foto di Lorenzo Palmieri
Summer Casino 2015 – Pirelli HangarBicocca, Milano, luglio 2015, foto di Lorenzo Palmieri

Per entrare ancora meglio nello spirito di Fara Fara Carsten Höller ci ha mandato una playlist musicale con video africani da vedere, ascoltare e ballare, così arrivate preparati all’HangarBicocca.

Koffi Olomide – Danger De Mort

Mirage Supersonic / Dj Omega bp Megadancesono – Figure de Style

https://www.youtube.com/watch?v=thR_neVpa_U
Sweet Talks & A.B Crentsil – Nawa To Be Husband

Werrason – Sous-Sol

Celeo Scram – Tosa Olia

https://www.youtube.com/watch?v=eDQiOwybML0
Fally Ipupa – Cadenas

E.T. Mensah – Abele

Madilu System – Jalousie

https://www.youtube.com/watch?v=5eyZOWKbtI8
Staff Benda Bilili – Moziki

A. B. Crentsil – Ye Wo Adze Oye

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The African Brothers Band International – Me Nyame Wope Nye Ho

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Zaïko Langa Langa – Éruption