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Silvia Cartotto

Quattro città europee, quattro blogger, quattro storie di viaggi, un unico spirito: #ExploringtheWorld. Nei prossimi giorni qui e su Zero Magazine gireremo il mondo insieme

Scritto da La Redazione il 18 febbraio 2016
Aggiornato il 23 gennaio 2017

Ben arrivati. Se ci abbiamo preso e se ci avete preso anche voi, siete appunto arrivati nel posto giusto. Perché questa è Hola Milano!, la tappa meneghina di Hola San Miguel, un’iniziativa di San Miguel e Zero rivolta agli appassionati di viaggi e agli amanti delle novità. Persone che preferiscono muoversi, insomma.
L’appuntamento milanese di Hola San Miguel è parte di un progetto europeo che coinvolge anche Berlino, Stoccolma e Roma: un’avventura che premia chi di viaggi ne sappia. E non ne possa fare a meno. Per questo motivo il simbolo di questa iniziativa è una valigia. Per la serie: sempre pronti a partire.
Proprio come i blogger di cui San Miguel ha scelto di condividere risposte, impressioni e racconti. D’ora in poi li troverete qui, in modo da conoscersi tutti un po’ meglio.
Il concorso – perché appunto, Hola Milano è anche un concorso – mette in palio un viaggio a Ibiza per due persone, da vivere insieme con i vincitori delle altre città.
Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo, inevitabile per chi viaggi avere a che fare con le valigie. Per questo la valigia, oltre a essere il compagno e di chi si sposti, è anche la protagonista di Hola Milano. E non a caso il segno distintivo di San Miguel, che del viaggio ha fatto il suo stile. Tutto per ricordare che il concorso mette in palio anche 3 valigie per ognuna delle città coinvolte. In fondo, come ogni vero viaggiatore sa bene, partire è uno stato della mente e la valigia deve essere sempre a portata di mano.

Lo sa bene Silvia Cartotto, la prima blogger incontrata da Hola Milano! Classe 1986, piemontese di Biella, è felicemente freelance e si occupa di web marketing, blogging ed eventi. Di sé dice di essere «eternamente in cerca di quel qualcosa in più, altrove. Possibilmente abbastanza altrove da dover fare una valigia». Fotografa tramonti, ama le romanticherie e sorride sempre. The Girl with the Suitcase è il suo blog di viaggi al femminile ed è online dal 2011.

Zero – Silvia, che cos’è il viaggio per te?
Silvia Cartotto – Il viaggio è la parte di vita che preferisco; è una boccata d’aria dopo un tuffo da 5 metri, è uscire dalla propria zona di comfort, è il cuore gonfio di eccitazione. Ho avuto la fortuna di iniziare a viaggiare molto piccola, con la mia famiglia, e penso che questo abbia influenzato la mia curiosità, il mio desiderio di allargare sempre l’orizzonte. Penso che non ci sia nulla di più bello al mondo: incontrare nuove culture e arricchirsi di esperienze e storie da raccontare.

Un vecchio adagio recita che a contare non è la meta, ma il tragitto. Sono stati i viaggi a farti diventare quello che sei oggi?
Assolutamente sì, ma anche le persone che nei miei viaggi, vicini o lontani, ho incontrato. E quindi se oggi, alla soglia dei miei 30 anni, sono una travel blogger freelance felice e convinta, è anche grazie a loro. I miei viaggi mi hanno permesso di far crescere il mio spazio nel web, arricchendolo giorno dopo giorno con storie e immagini. Senza i miei viaggi oggi non potrei avere questo fantastico portfolio online, che è a tutti gli effetti una vetrina per nuovi progetti, contatti, esperienze.

Qual è la storia, o l’aneddoto legato a un viaggio celebre che preferisci?
Sicuramente la vicenda di Amelia Earhart, la prima donna a volare in solitaria sull’Atlantico. Convinta sostenitrice dei diritti delle donne di inizio ‘900, stava per completare il giro del mondo quando scomparve con il suo aereo.

Che cosa porti a casa con te dopo un viaggio?
Centinaia di fotografie, un taccuino pieno zeppo di appunti e nomi di luoghi, sensazioni che racconterò con calma sul mio blog. Poi sicuramente un pezzetto di carattere in più, perché quando si torna da un viaggio, ne sono convinta, non si è mai la stessa persona che è partita. Mai. E infine da un viaggio io rientro sempre con la mente allargata da una nuova lingua utilizzata, una nuova cultura scoperta. Il viaggio aiuta a crescere e a diventare più responsabili.

So peraltro che ultimamente ti piace spostarti con un approccio più spartano…
Uno stile di viaggio che apprezzo da alcuni anni è l’on the road in campeggio: Francia e Croazia sono due esempi lampanti di viaggio low cost, che non richiede prenotazioni neanche in alta stagione. Viaggiare in tenda permette di vivere a contatto con la natura e conoscere gente da tutto il mondo; è un viaggio decisamente slow e più economico rispetto al pernottamento in hotel. Ma svegliarsi a due passi (veramente due) dal mare e vedere l’alba in spiaggia è qualcosa che nessun hotel di lusso potrà mai darti. E cenare fra i pini marittimi con una lanterna, due seggiole e miliardi di stelle è qualcosa con cui nessun ristorante potrà mai competere.
Il viaggio in tenda è per me il miglior sinonimo di viaggio on the road.

E quando parti, che cosa non deve mancare nella tua valigia?
Oltre alle solite cose, intendi? Be’, i fondamentali nella mia valigia sono il mio orologio, perché senza l’ora sarei una donna persa; poi l’iPhone e la macchina fotografica per scattare e imprimere i ricordi, infine un set di fermagli con fiori colorati che applico sui capelli. Ogni giorno ne porto uno di colore diverso: è il mio tratto distintivo nonché il logo del mio blog. Se parliamo di vestiti, dato che parto con molto spazio libero per acquisti e ricordi, scelgo di portare abiti e accessori che stiano tutti bene tra loro, che siano intercambiabili. Poche cose ma riutilizzabili nei giorni o nelle settimane a seguire: mi piace viaggiare comoda e abbastanza leggera da non dover chiedere aiuto nel portare la valigia.

Che cos’è un “viaggio al femminile”, in cosa si differenzia da un “viaggio al maschile”?
Noi donne viaggiamo per dettagli. Notiamo particolari e ricordiamo pezzetti di mondo che, spesso, gli uomini non ricordano, o a cui non sono interessati. Me ne accorgo quando, riparlando con il mio compagno di alcuni viaggi, descrivo alcuni dettagli cui lui nemmeno aveva fatto caso; il più delle volte sono proprio i soggetti delle mie fotografie. Frammenti di mondo. E poi quello al femminile è un viaggio sensibile, emotivo, organizzato e sfidante. Una donna che parte da sola il più delle volte cerca di superare paure, limiti e insicurezze.

Si può trasformare l’amore per il viaggio in un lavoro? E come non si fa a perdere, appunto, l’amore per il viaggio?
Sì, io ci sto provando da 5 anni. E in qualità di travel blogger oggi collaboro con agenzie di comunicazione, aziende ed enti turistici italiani ed esteri a progetti di promozione online; in qualità di copywriter scrivo per magazine di viaggio e, infine, come consulente di web marketing aiuto le aziende del settore travel/food a comunicarsi al meglio in rete. L’amore per i viaggi non lo perdi quando è la forza che ti fa guardare lontano: certo, i viaggi personali avranno sempre quel sapore in più, lontano da quello dei viaggi di lavoro. Ma l’importante, in fondo, è andare. No?

E San Miguel, perché?
Perché San Miguel e la Spagna; e la Spagna è sinonimo di festa.

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