Jan St. Werner è uno dei principali protagonisti di questa due giorni tra arte e musica del Pirelli HangarBicocca. Insieme ad Andy Toma forma i Mouse on Mars, che chiuderanno la giornata di venerdì, e prima del loro live Jan presenterà in esclusiva nazionale il suo progetto “Glottal Wolpertinger” che arriva direttamente da Documenta 14 di Atene. Grazie al Pirelli Hangar Bicocca abbiamo avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere con Jan per capire meglio questo suo ultimo lavoro e farci raccontare attraverso una playlist commentata come vede il rapporto tra musica e arte.
Jan benvenuto su Zero, per noi è un piacere poterti ospitare sulle nostre pagine. C’è molto interesse e fermento sul lavoro che porterai a Summer Whispers “Glottal Wolpertinger” subito dopo averlo presentato a Documenta, la più importante e influente mostra d’arte contemporanea del mondo. Ci racconti come sei stato coinvolto in questo progetto e di cosa si tratta?
Il progetto “Glottal Wolpertinger” è cominciato l’anno scorso a Berlino come esperimento elettronico su più canali. Otto casse venivano alimentate con otto segnali audio separati. I segnali consistevano in feedback microtonali che venivano continuamente modulati. Questi feedback si incontravano nello spazio della performance e creavano delle oscillazioni, battiti naturali e reperti acustici.
Quando mi è stato chiesto di partecipare al progetto sonoro di Documenta, ho pensato all’idea di creare una composizione smontata che si costruiva oltre il corso di tre mesi e culminava finalmente in una performance ad Atene. Dopo aver lavorato con Aaron e Bryce a diversi progetti io ho chiesto loro di aggiungere un elemento live agli otto canali originali. Così i due chitarristi, che si completano l’uno con l’altro, avrebbero offerto una performance simmetrica. Aaron avrebbe suonato in una location, la stessa in cui Bryce sarebbe stato trasmesso attraverso l’amplificatore collegato a una chitarra di fronte ad Aaron. L’amplificatore veniva poi tolto lentamente verso la fine del set. È una composizione dinamica e irrequieta. Calma e disturbante. Wolpertinger è un animale ibrido, un intoppo della natura. Glottal è la bocca e la gola che crea artifici acustici mentre noi parliamo. Entrambi sono irregolarità imprevedibili che rappresentano ciò che è la composizione: gli spazi all’interno e un suono comprensibile come un anarchico e costante cambiamento materiale dinamico.
Quali sono i punti in comune tra i tuoi lavori musicali e le opere d’arte di Rosa Barba esposte in mostra al Pirelli HangarBicocca?
Ho lavorato su numerose tracce dei film di Rosa come Subconscious Society (2013), The Empirical Effect (2009), Enigmatic Whisper (2017), e From Source To Poem (2017).
Negli Anni Novanta Rosa ha girato numerosi video musicali per Mouse on Mars e Microstoria – il mio progetto con Markus Popp di Oval. Lei ha anche creato live film loops per i concerti dei Mouse on Mars. Qualche anno più tardi io ho iniziato a lavorare alle colonne sonore per i suoi film.
Quanto l’approccio visivo si estende anche nei Mouse on Mars?
Noi condividiamo entrambi idee simili nel creare spazi che oscillano all’interno dei nostri lavori. Le idee che abbiamo in comune offrono diverse prospettive per guardare e ascoltare. Inoltre entrambi creiamo da soli la nostra fonte di materiali, catturando con la camera o creando nuovi suoni per le nostre composizioni. Ci piace che tutti gli elementi di una composizione siano dinamici, capaci di essere arrangiati in modo preciso ma non concordi a un rigido sistema metrico. Il nostro lavoro consiste nel scoprire questi scenari a più strati e renderli fruibili.
Pirelli HangerBicocca ha ormai uno storico di eventi in cui la musica dialoga con l’arte. Ci suggerisci una video playlist commentata di progetti per te particolarmente significativo in cui musica e arte sono mixati e perfettamente in equilibrio?
La Monte Young and visual artist Marian Zazeela: “Dream House”
Una luce continua e un ambiente sonoro creato da La Monte Young e Marian Zazeela. Questi flussi in relazione ad artisti di NY si muovono dall’arte concettuale degli Anni Sessanta verso un suono come forma d’arte con un forte coinvolgimento fisico. The dream house è ispirata alla via di una chiesa di Manhattan dove la gente può fermarsi e godere dell’esperienza dell’installazione.
Tony Conrad: “Completely in the present”
È il documentario su uno dei più peculiari artisti sperimentali dei nostri tempi. Ho amato i suoi esperimenti cinematografici, le sue collaborazioni musicali con “german band faust”. Conrad è stato un artista prolifico, una macchina di idee insane che stava costantemente modificando e mettendo in discussione il mondo intorno a lui. Questo documentario, proiettato durante diversi festival, è un’introduzione preziosa al suo lavoro. Il regista e il producer hanno accompagnato Conrad per più di vent’anni.
Oval: “Textuell”
Questa collettiva di tre pezzi ha cambiato il format della musica del mondo pop degli Anni Novanta. I loro video erano astratti, tecnici e sensuali. La loro musica era quello che nessuno aveva mai ascoltato prima e la loro teoria era intellettuale, anarchica e sovversiva. Loro hanno provveduto a creare una nuova piattaforma musicale per quello che è diventato conosciuto come glitch e che usa lo spazio interno, gli errori, ciò che non si può dire, l’avanzo della nostra società tecnica per ricostruire consapevolezza, affinché l’arte sia un’immediata forma espressiva e uno scambio a più strati con il mondo intorno a noi.
Jacques Tati: “Playtime”
Il mio film maker preferito. Perché lui non era davvero uno solo. Lui era un compositore sonoro che si ispirava alla scuola della musica francese elettronica. Musica acustica a un altro livello: lui ha segnato le sue composizioni con le immagini. I suoi suoni erano la vera trama dei suoi film. Loro erano i più fini suoni tecnici dell’arte, minuziosamente arrangiati e piazzati. Le immagini erano in secondo piano rispetto alla narrazione musicale. I film che avresti voluto vedere a occhi chiusi.
Dieter Roth, Oswald & Ingrid Wiener a.o.: “Various”
Roth insieme a Oswald Wiener, Gerhard Ruhm e altri amici hanno dato vita a tanti esperimenti musicali in ambito artistico fino al punto che è impossibile sceglierne uno solo. “The Wiener Gruppe” ha confrontato la società austriaca del Dopoguerra piena di taboo impossibili da rompere. Ma il loro lavoro era sempre basato sulla ricerca di voler conoscere ciò che era nascosto dietro, più che creare cose nuove. Il padrino dell’arte decostruttiva. Una delle mie composizioni preferite è Ingrid Wiener’s Moritat Von Der Eisenbahn