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La ricetta perfetta: Radio Sugo

Cinque dj romani, un canale di trasmissione musicale indipendente, un appuntamento settimanale da Frissón. La loro prima intervista, su Zero.

Scritto da Giulio Pecci il 21 aprile 2022

Radio Sugo

Foto di Maurizio Iannuzzi

Data di nascita

2 febbraio 2019 (5 anni)

Luogo di nascita

Roma

Luogo di residenza

Roma

L’alchimia di un buon sugo al pomodoro è solo apparentemente banale: si può guastare o esaltare in un secondo. Una ricetta che piò essere un punto di arrivo o di partenza, da trasformare in qualcosa di diverso aggiungendo altri ingredienti. In ogni caso, per far si che il risultato sia realmente buono, c’è bisogno di grande attenzione e di una ritualità precisa: tagliare gli odori in un certo modo, usare un certo tipo di passata e/o pomodori, calcolare il tempo giusto in cui lasciare i vari ingredienti a cuocere, poi assaggiare, correggere l’acidità, aggiustare di sale e via dicendo. Un procedimento molto simile a quello che si usa nei progetti musicali: si provano cose, si corregge il tiro, si aggiungono o sottraggono elementi; ogni tanto si spacca qualche bottiglia per terra, ma comunque si sperimenta e si punta sempre più in alto, provando allo stesso tempo a trovare un equilibrio che faccia funzionare il tutto.

Sono ormai tre anni che i ragazzi di Radio Sugo “assaggiano” in giro per Roma per sintetizzare il loro condimento sonoro perfetto. Prest, Blckeby, Beat Soup (Luca e Nario) e Bmbx: tutti dj e producer, ognuno con le proprie specificità e focus che contribuiscono a creare un mix di ingredienti diversi: dal clubbing britannico contemporaneo più hardcore ai suoni dolci in stile Soulection, passando per l’elettronica sperimentale e tanto altro. Come la definiscono loro stessi, Radio Sugo è un independent music-broadcasting channel: un “canale di trasmissione musicale indipendente”. Un ibrido tra una community radio e un appuntamento settimanale fisso, anche fisico (quest’anno tutti i giovedì da Frissón), in cui ascoltare due ore di musica freschissima. Ingrediente segreto: quasi ogni puntata ospita un guest esterno, senza alcun limite geografico, di genere, età o quello che volete.

Un progetto unico nel panorama romano, con una grande attenzione anche all’aspetto visivo che si poggia su una comunicazione pulita, efficace e creativa. Li abbiamo raggiunti per farci raccontare da loro stessi qualcosa in più su passato, presente e futuro di Radio Sugo e farci regalare un mixato in esclusiva in cui ritrovare tutte le varie sfumature musicali del progetto. Un’ora di beat creativi firmati (in ordine di apparizione) da Prest, Bmbx, Bckleby e Beatsoup. 

 

Quando e come è nato il progetto?

Radio Sugo nasce nel febbraio del 2019 dopo una telefonata tra Prest e Luca (Beat Soup), che a loro volta hanno poi coinvolto gli altri tre membri, Bmbx, Blckeby e Nario (Beat Soup). Dopo la prima stagione, fanno parte del collettivo anche il graphic designer Accaitti e Alessandro Testa come supporto esterno per il sito web.

Da dove viene il nome "Radio Sugo"?

Le prime idee sulla radio sono state buttate giù davanti a pizze da asporto e supplì. Si sa che quando si crea qualcosa di nuovo la parte più difficile è sempre scegliere un nome. Avevamo un gruppo WhatsApp denominato scherzosamente “Radio Sugo”, in attesa di quello definitivo. Poi alla fine abbiamo scelto proprio questo nome per avviare il progetto.

Cosa via ha spinto, sia dal punto di vista personale che professionale, a creare questo progetto??

La radio nasce dall’esigenza comune di creare un contenitore e contenuto musicale a Roma, senza limiti di genere. Chiunque contribuisce è totalmente libero di presentare il proprio percorso e le proprie sonorità, la propria visione musicale. Sentivamo che a Roma mancava uno spazio del genere. Ci fa davvero piacere dare la possibilità agli artisti di suonare quello che vogliono e quello che ascoltano di solito, in fin dei conti è proprio questo il nostro obiettivo ultimo.

Quali sono i progetti radiofonici che ascoltate di più?

Ce ne sono molti che riteniamo siano una grande fonte di ispirazione per Radio Sugo. Sicuramente in cima alla lista ci sono realtà affermatissime come NTS Radio e Radio Alhara; realtà indipendenti come Kindred in Inghilterra o Hotel Radio Paris in Francia; l’interessantissima Kiosk Radio in Belgio e molte altre ancora. In Italia siamo amici, stimiamo e collaboriamo attivamente (con i nostri progetti personali) con Radio Raheem e Mondonero a Milano.

Vi hanno ospitato alcuni dei luoghi indipendenti più interssanti di Roma. La prima stagione siete stati dal Mangiadischi Record Shop a San Lorenzo, la seconda a San Giovanni nel negozio di abbigliamento WOS e ora da Frissón, al centro. Come scegliete con chi collaborare? Pensate avrete mai una casa completamente vostra?

Uno dei nostri obiettivi futuri per crescere come piattaforma radio è sicuramente quello di avere una sede fisica tutta per noi. Al momento come ospiti di Frissón ci troviamo benissimo, tra le due realtà c’è una visione comune a livello musicale e più in generale a livello artistico. Il posto è fantastico e ha tutte le caratteristiche tecniche che ci consentono di creare il nostro contenuto settimanale nel migliore dei modi, sia per l’ascolto, che per la socialità possibile lì dentro, che è un elemento chiave del format. Stimiamo molto tutte le realtà con cui abbiamo collaborato, tutti ci hanno aiutato a crescere e farci conoscere su Roma.

Che caratteristiche vi immaginate per l’ipotetica casa di proprietà Radio Sugo, in che quartiere vorreste che fosse?

Non abbiamo mai immaginato un quartiere preciso, anche perché ognuno di noi viene da parti diverse della città. Le caratteristiche ideali di un posto del genere sono sicuramente spazi contenuti, ottima qualità audio e, perché no, anche una piccola area esterna in cui ritrovarsi mentre si ascoltano le rotazioni musicali di Radio Sugo.

Cos’è che non sopportate di Roma, di cosa invece non potete fare a meno?

Nell’ambito musicale e di situazioni in cui ascoltare buona musica (che sono le cose che ci competono in questa complicata città) sicuramente non ci fa impazzire il fatto che le numerose realtà presenti siano così disunite e poco propense a collaborare reciprocamente. Sarebbe bello riuscire a creare occasioni di aggregazione, pensando solo a fare cose belle, senza che ognuno pensi al proprio tornaconto personale. Purtroppo, invece vediamo spesso dinamiche che non ci piacciono e con poco interesse reale per il contenuto artistico, che viene considerato mero sottofondo. È questo un po’ il limite di Roma, che invece è un posto grandissimo e ricchissimo di occasioni in cui socializzare e godersi le serate, anche all’aperto per quasi tutto l’anno, sicuramente una delle cose più belle di questa città.

Domanda impossibile: se doveste sintetizzare che genere trasmette Radio Sugo, quale neologismo inventereste?

Questa è una cosa davvero impossibile. Dovremmo coniare un termine che comprenda davvero tantissime cose! E forse potrebbe essere proprio il sugo, in cui tanti ingredienti diversi vengono uniti in maniera sapiente e viene fuori un mix buonissimo! L’obiettivo del nostro contenitore è quello di aggregare le visioni musicali e le proposte culturali di chi ospitiamo, proprio come in un grande pentolone!

Più seriamente, ci sono delle costanti musicali nelle vostre trasmissioni?

La chiave del nostro progetto è senza dubbio la ricerca musicale. Gli ospiti che passano su Radio Sugo non propongono set scontati o comunque ci presentano sonorità che non si sentono spesso nei posti “ordinari”. Ci fa piacere dare spazio a tanti suoni che altrimenti potrebbero rimanere, come detto sopra, nelle camere e negli impianti casalinghi di tanti artisti che non hanno modo di avere questa libertà di espressione.

Consigliate ai lettori di ZERO un arista a testa che meriterebbe maggiore considerazione?

Ve ne diciamo uno per ciascuno:

Prest —> Sfinge
Bmbx —> XL Regular
Blckeby —> Marta Del Grandi
Beat Soup —> Rubber Soul
Accaitti —> Solomostry

E qualcuno dei vostri posti preferiti a Roma che abbiano a che fare con la musica?

Ovviamente il primo che ci viene in mente è proprio Frissón. Al di là della puntata, è uno spazio fuori dal comune per la nostra città, una assoluta novità, ben curata e ricca di bellissimi spunti, dove la musica è finalmente al centro di un locale. Un altro spazio degno di nota per il concept musicale che c’è dietro è sicuramente Studio 33 a Trastevere.

Di tutte le puntate registrate, avete un vostro mix/guest preferito? O magari uno che pensate avrebbe meritato maggiore attenzione, o che vi ha sorpreso?

Non abbiamo mai stilato una classifica dei guest mix preferiti, anche perché abbiamo gusti differenti in tema di generi musicali e dunque ognuno di noi ha avuto modo di apprezzarne diversi. Sicuramente uno degno di nota è stato il guest mix inaspettato di L-Vis 1990 aka Dance System al Mangiadischi Records, durante la prima stagione di Radio Sugo! Un altro che ci ha piacevolmente colpito è stato Carlo Amadori durante questa stagione da Frissón: ci ha regalato una ricercatissima selezione in vinile davvero speciale.

Per concludere, c'è qualche aneddoto divertente/catastrofico successo nelle varie dirette che volete raccontare?

Si! Ci siamo trovati in diverse situazioni divertenti che meriterebbero di essere raccontate, ma ne abbiamo scelta una: durante la prima stagione al Mangiadischi abbiamo ospitato il producer romano Grindalf e durante il suo set è entrato nel locale un ragazzo di origini giamaicane che, senza farsi troppi problemi, ha afferrato il microfono e ha cominciato a buttare fuori rime sul beat che stava passando in quel momento, il tutto nel bel mezzo della diretta. Era davvero bravo! Per chi ha voglia di ascoltare questa performance pazza e improvvisata, può trovarla sul nostro canale Mixcloud (RS #005).