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SARABAMBA

Due chiacchiere col duo queertech fiorentino

Scritto da La Redazione il 11 dicembre 2024
Aggiornato il 14 marzo 2025

SARABAMBA: un nome un programma?

Questo è il nome del progetto queer-tech nato a Firenze nel 2022. Collaborando con il producer Abo Abo, SARA e BAMBA hanno creato un progetto musicale caratterizzato da brani originali di pop “frizzantino”. Da poco è uscito per FLUIDOSTUDIO il loro singolo HORROR.

I loro dj set sono costituiti da un flusso diversificato di selezioni techno, in cui mescolano una pluralità di sottogeneri, con influenze tribal e trance. Dal 2022, hanno messo insieme un collettivo versatile e inclusivo, che comprende DJs, performer, artisti visivi, fotografi, grafici e stilisti. Tutto ciò trova espressione negli eventi del format creato da SARABAMBA, Astrofluid, che si svolge regolarmente presso il Combo Social Club di Firenze, ed occasionalmente anche altrove. Si definiscono “polecola dell’universo queertech italiano. Manifesto, non icona, della moda indipendente. Identità radicate nell’anonimato.”

Abbiamo fatto due chiacchiere insieme a loro, e ci siamo addentrati nella loro Firenze, attraverso gli scatti della fotografa Irene Montini.

Quando e come nasce il progetto SARABAMBA?

SARA: Io e BAMBA ci siamo conosciute da bambine, quando militavamo tra le fila del coro della chiesa. Erano altri tempi, ed anche il repertorio era piuttosto diverso rispetto a quello che facciamo oggi…

Poi subito dopo la pandemia ci siamo risvegliate in una Firenze nuova, stimolante e propositiva. Ci siamo dette: perché non partecipare alla scena? Nel 2021 abbiamo realizzato le nostre prime canzoni, e nel 2022 — con la pubblicazione di DOPPIA POMPA — abbiamo iniziato a concretizzare la cosa.

 

BAMBA: Per questo è stato fondamentale il contributo del nostro fratellone Abo Abo, parte del collettivo fiorentino De Rio, con cui abbiamo realizzato le nostre produzioni. 

Poi abbiamo iniziato coi dj set, prima come forma di autofinanziamento, poi perché c’abbiamo proprio preso gusto.

 

Quali sono i generi musicali cui vi ispirate di più?

SARA: Siamo cresciute a pane e techno! Ricordo ancora quella volta che siamo scappate dal campo estivo degli scout, pensando che la 72h di Peretola sarebbe stata una attività decisamente più formativa. Quanto avevamo ragione! Da quel giorno la musica elettronica nelle sue infinite sfumature è la nostra fonte primaria di ispirazione. 

In più BAMBA si vergogna a dirlo, ma è una talentuosa… clarinettista. La si può sentire anche in DOPPIA POMPA. Quindi abbiamo a disposizione anche il suo know-how.

  

BAMBA: Non si direbbe, ma abbiamo avuto un lungo flirt con la disco.

Quali gli artisti?

SARA: Nel portafoglio portiamo sempre un santino di Santa M¥SS KETA da Milangeles. Per i nostri dj set, ad esempio, ci piace diggare nel catalogo di Angels Gun Club, un’etichetta indipendente ormai molto nota fra gli habitués del clubbing, con la quale per altro abbiamo avuto il piacere di collaborare per l’uscita di QUEER CODE.

 

BAMBA: Nelle nostre collezioni non mancano nemmeno Ravel e Britney, Erykah Badu e Maria Sole, 99 Posse e Hole… Sarebbe una lista bella lunga, ma per farla breve direi un mix ben dosato di ottima musica da tutte le epoche.

Come definireste la scena musicale fiorentina? Qual è il rapporto tra mainstream e underground?

BAMBA: A Firenze, la scena musicale si muove grazie a crew e collettivi che spesso danno vita a format di serate itineranti. Questi eventi si spostano tra club, discoteche e posti inusuali durante l’inverno, mentre in estate conquistano spazi all’aperto. Anche noi seguiamo questa filosofia con il nostro format Astrofluid, che portiamo in giro tra Bologna, Firenze, Roma…

C’è uno scambio costante fra mainstream e underground: a Firenze tutto si mescola, dai party nei luoghi più inconsueti ai club. È davvero bello vedere DJ e crew passare da un collettivo all’altro, portando il sound dai party autogestiti ai locali. Questa contaminazione arricchisce la scena musicale e allarga il pubblico, e sta creando una città sempre più viva e vibrante. E anche più consapevole, sotto molti aspetti.

 

I vostri posti preferiti in città?

BAMBA: Amiamo tantissimo ARTiglieria, una galleria d’arte indipendente gestita da dei giovani ragazzu. Organizzano live e mostre d’arte. È uno spazio aperto da pochi anni ed è proprio quello che mancava in città.

C’è anche GADA, un’associazione culturale che ha sede in una bellissima chiesa sconsacrata dalle parti di Sant’Ambrogio.

Il Circolo Vie Nuove ha ripreso a vivere di recente grazie all’associazione Belle Parole. Un posto incredibile che sembra una nave da crociera: curano una bella selecta di live, dj set e talk. Ed ha contribuito alla rinascita di un quartiere come Gavinana — affettuosamente detta Gavimama.

 

SARA: Serate gustose ce ne sono: The Shade, Tropical Animals.. e potrei andare avanti un bel po’. Una pecca della città? Sempre meno occupazioni e centri sociali, ed è un po’ un dramma. Fortunatamente resistono CPA, Next Emerson, Polveriera e pochi altri. 

Una cosa incredibile che è accaduta proprio nell’ultimo anno è la Wish Parade, una street nata da una rete di collettivi che periodicamente trasforma le strade della città in una dancefloor itinerante. Il tutto secondo un’etica e delle pratiche in cui ci rispecchiamo molto.

Gli artisti/collettivi sottovalutati?

BAMBA: Firenze è un mosaico di collettivi. Ciascuno di questi ha un impatto fortissimo sulle vibrazioni della città. Si va dai più celebri, come De Rio, Dissidanza, Lunatica, noti anche al di fuori dei confini nazionali.
Altri che invece più che sottovalutati sono in rapida ascesa, come il neonato Gavinuttah.

Un’artista che noi amiamo moltissimo e che ha vissuto a Firenze per un certo periodo è Kobramulata. Sono sicura che presto sentirete parlare di lei.

 

SARA: E poi ovviamente la SANTAVIOLA, nostra sorella dal giorno Zero. Lei viene dalla costa etrusca, ma qua a Firenze è un’istituzione… 


 

Avete uno stretto rapporto con il mondo della moda: ce ne parlate un po'? C'entra anche la città in qualche modo?

BAMBA: Siamo sempre state interessate al mondo del fashion. Firenze c’entra, in parte perché qua la moda ha una sua tradizione. C’è il Polimoda, che ci ha regalato alcuni giovani e talentuosi designer con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare.
In parte è perché qua a Firenze abbiamo conosciuto la fotografa e visual artist Irene Montini. Un incontro che è stato davvero una svolta per poter esprimere questo nostro lato.
Non si occupa solo della fotografia ma anche dello styling. Ha un occhio incredibile, e riesce a trovare sempre l’abito giusto per comunicare il giusto mood, il giusto concetto artistico.
Ormai, si può dire? siamo diventate amike del cuore.


SARA: Quello che ci piace di questa collaborazione è che ci permette di coinvolgere brand emergenti. Gli stilisti con cui abbiamo collaborato sono giovanissimi, fiorentini e non, spesso appena usciti dalle scuole di moda: IED, Naba, IUAV… Tra gli studenti ci sono tante menti creative, e siamo convinti che fare rete tra noi e loro sia un vantaggio per tutti.

A tal proposito, ne approfitto per dire che da pochissimo è uscito il nostro ultimo album, HORROR. Lo dico perché il videoclip della title track è stato realizzato proprio da Irene Montini insieme a Rocco Gurrieri. Anche in questo caso si è trattato di un lavoro di squadra, con lo styling di Irene e il coinvolgimento di due giovanissimi designer, Francesca Scocco e Utsav Killa. 

Noi — si sa — siamo delle ragazze romantiche, ed ogni tanto ci facciamo prendere da un je ne sais quoi di nostalgico. Direi che Irene e Rocco hanno centrato in pieno il nostro mood.

È stato bello anche vederlo proiettato in anteprima al Cinema La Compagnia, durante una serata del Florence Queer Festival.

 

Ci descrivete lo shooting con Irene Montini? Quali sono i concept e quali le peculiarità?

SARA: Nella nostra ricerca incessante di stilosità ci siamo imbattuti in questa collezione della designer statunitense Alice Eugene Seon. Siamo rimasti in contatto con lei per più di un anno, prima di riuscire a realizzare questi scatti, fin quando non abbiamo trovato l’occasione giusta.
Questi abiti vengono da una sua collezione che si chiama Invisible Woman, che mira a mettere in luce lo stereotipo dei lavori domestici, storicamente considerati esclusivamente femminili e resi invisibili da una società che li considera lavori minori. Con questa collezione, Alice Eugene Seon ha denunciato questa invisibilità, trasformandola in un atto di celebrazione e riconoscimento.
È stato un onore per noi poter conoscere Alice, passare del tempo assieme mentre portavamo in giro per Firenze le sue creazioni.

Parliamo di futuro: prossime mosse per il progetto?

SARA: Per il futuro puntiamo a mantenere un equilibrio tra i dj set, i live e la produzione delle nostre tracce.

Stiamo portando in giro il nostro album, HORROR, che è uscito lo scorso 7 marzo per FLUIDOSTUDIO. La tournée ci vedrà impegnate fino alla fine dell’estate. La prossima tappa è Bucharest, dove saremo ospiti del collettivo LGBTQIA+ Sqweez!. 

Tra parentesi, big shoutout a Claudia, la nostra turbo-manager, fondatrice di Kaos Agency, che ci aiuta ogni volta a trovare il bandolo della matassa.

 

BAMBA: Tanti e bellissimi appuntamenti! Sinceramente non vediamo l’ora di suonare assieme a M¥SS KETA il prossimo 24 aprile al Tenax.

Posso solo aggiungere che questo 2025 è iniziato nel migliore dei modi, e ha ancora molte cose in serbo molte per noi e per le nostre sarabimbe <3