Boom di sedie pieghevoli vendute alla Decathlon, perché la periferia di Milano si è seduta. Ecco il nuovo vezzo delle gang giuste di Milano sud, Milano nord e dintorni: tutti giù per strada con comodità, seduti.
Al min 00:42 di “Rozzi”, Paky Glory apre con decisione la sua sedia da campeggio e ci poggia il culo sopra con arroganza, pochi secondi dopo la camera si muove fra i membri dell’intera crew: buzza rilassata, sguardo alto e, spesso, sigaretta fumante fra le labbra. Tremate gente: l’hinterland si sta attrezzando con gli strumenti giusti, ricordando un po’ quello che succede al sud d’Italia nei circoli più street che possiamo immaginare. “Street”, si fa per dire. Gli anellozzi al dito e la trap a volume alto ricordano chiaramente scene alla Gomorra. Così la periferia si colora ancora un po’ con ragazzini (ventenni) schierati su sedie pieghevoli a guardare il passeggio, indossando una tuta Kappa acetata.
A Rozzano, nella zona soprannominata “Bagdad” o “Quartieri”, fatta di casermoni, discariche abusive e serrande chiuse – non per niente è il “cuore” Aler di una città che ha il più alto rapporto tra case popolari e abitanti: sì, più di Londra, Parigi e Milano -, Paky e i suoi amici se la cantano che vanno a Rozzi, “in giro a Rozzi, io qui ci muoio a Rozzi”, documentando il tutto nel video (girato bene e bello, bisogna dirlo) che sta lanciando sul web la nuova star della trap made in Italy.
Anche la gang di piazza Gerusalemme si ritrova con le sedie pieghevoli; durante l’estate passata, spesso nel pomeriggio, preferiva una formazione a scacchiera. Praticamente non li nota nessuno, tranne quelli che, un occhio al trend e l’altro a TikTok, riconoscono il fare “da strada” che va alla grande fra i più giovani trapper della città. Poi ci sono gruppetti saltuari in via Spaventa e dintorni – ché Milano sud non manca mai di regnare fra le nuove mode, specie quelle più zarre. La colonizzazione non è ancora arrivata in viale Monza, che, seppure spesso annoverata fra i luoghi cult dello street style cittadino, adesso se la pavoneggia sotto il nome di NoLo – e quindi sta quieta.
Questa moda fa riflettere sul senso degli spazi pubblici, quelli all’aperto, che cambiano faccia a seconda dei tempi e delle mode
Questo spaccato di società è lo stesso che si trascina con stile ai concerti dei trapper più in voga, mostra sentimenti solo per la musica e spesso se la gira per il quartiere col petto vestito di tatuaggi (stagione permettendo). A me e le mie amiche piace incontrarli casualmente in giro per la città sui loro troni da 15 euro, che si portano giù dal quarto piano di casa alla strada per creare la piazza più giusta. Non fanno paura a nessuno, non danno fastidio a nessuno, queste piccole gang si sono ritagliate il loro posto nel mondo e per tutta la scorsa estate parevano le nonne del sud ma senza gomitolo per fare la maglia. Oggi, che è iniziata la stagione delle piogge e le temperature sono più basse, in Piazza Gerusalemme, di sedie pieghevoli, se ne vedono meno, giusto qualcuna qua e là durante il mercato di via Fauché. Via Spaventa si attrezza solo di sera, ma meno rispetto al periodo dell’ottobrata.
Questa moda fa riflettere sul senso degli spazi pubblici, quelli all’aperto, che cambiano faccia a seconda dei tempi e delle mode. Mentre qualche fesso crede che il senso dello spazio pubblico sia tutto nella privatizzazione commerciale, come per esempio è accaduto nei casi di piazza Liberty, Cordusio e Citylife, credendo davvero che si stia facendo finalmente il lavoro definitivo di integrazione fra centro e hinterland, piccole star come Paky lanciano e seguono mode cittadine collezionando milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di trenta giorni, dando vita a un’usanza che è un modo di vivere lo spazio pubblico spontaneamente.
I parchetti non bastano più. I marciapiedi sono per vecchi alternativi. E se la necessità di oggi fossero veri salotti all’aperto? Intendo piazze coperte con seggiole e panchine – ricordiamo che i piccoli paesi del sud sono pieni di posti così.
Ora, non ci aspettiamo veramente che le sedie pieghevoli della Decathlon vadano sold out, anche perché con l’arrivo dell’inverno le crew se ne staranno a fare musica in qualche angolo chissà dove. Ma, ancora una volta, un trend di periferia ha lanciato un indizio per capire che la città cambia a partire dalle necessità delle persone. E quindi più salotti open air per tutti. Perché Milano ha voglia di sedersi.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-11-16