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POV: Valerio Fanile

KOBO Studio e ZERO presentano Point of View: una finestra dedicata alla nuova fotografia di Roma, dove ogni mese sarà ospitato un progetto indipendente.

Scritto da Nicola Gerundino & KOBO il 5 giugno 2024
Aggiornato il 11 giugno 2024

Quando una qualità o un’abilità è talmente diffusa all’interno di un gruppo (più o meno esteso) di persone, di norma si tende a non considerarla più come tale. Nell’era degli smartphone e dei dispositivi fotografici ubiqui, del digitale che si democratizza sempre più velocemente, è quindi forte la tentazione di non ritenere la fotografia più un’arte che richiede tecnica, estro e ispirazione, bensì un’attività quotidiana indistinta come allacciarsi le scarpe. Niente di più sbagliato: per nostra fortuna, la differenza tra fotografa/o a pieno titolo e apprendista instagrammer è ancora netta ed evidente. Ciò non toglie che in questi anni il numero di appassionate/i si sia moltiplicato a dismisura e che il numero di pepite da fare emergere dal sottosuolo sia anch’esso aumentato. POV – Point of View nasce proprio da qui: dalla voglia di sondare e raccontare tutto quello che si muove nel sottosuolo della fotografia a Roma. Un nuovo appuntamento sulle pagine di ZERO che avrà cadenza mensile e sarà realizzato grazie all’imprescindibile occhio sulla città di KOBO, studio Garbatella-based fondato da Claudia De Nicolò e Bianca Trevisani con il quale ZERO ha già collaborato in precedenza per diversi altri progetti. Il nuovo appuntamento è dedicato a Valerio Fanile

QBR – Quei Bravi Ragazzi

“QBR è un progetto nato nel 2022, all’inizio del secondo anno di università, quando mi sono trovato a rivivere la vita del mio quartiere, incontrando vecchie amicizie, facendone delle nuove e consolidando il rapporto con il luogo in cui sono cresciuto. rapporto che era venuto meno nel periodo del liceo, momento che normalmente combacia con la reale crescita individuale, in cui ci si forma plasmando le proprie basi per il futuro. Nel rivivere il mio quartiere ho visto molti cambiamenti rispetto a quando eravamo bambini: chi ha preso una strada, chi se n’è andato e chi è diventato qualcosa che da piccoli non potevamo neanche immaginare. È stato come se mi fosse mancato un percorso, una parte importante e, avendo a disposizione la fotografia, ho raccontato tutto come se volessi recuperare quegli anni persi.

QBR è una storia che parte da me: dalla mia casa e da mia madre, luogo e persona che mi hanno trasmesso valori che tuttora mi rappresentano. Una partenza accogliente, espressa da colori caldi e luci delicate che aprono a un mondo grigio in cui invece per il colore c’è poco spazio. “Quei Bravi Ragazzi” è la mia visione sul mondo che circonda e sta dietro alla figura del pusher. La storia che le mie foto raccontano è la storia di molti attraverso gli scatti di pochi: i volti, gli sguardi e le mani catturate dalla pellicola sono diventati un io generico. Un percorso iniziato con amici e ragazzi del mio quartiere, che si è poi spostato in Calabria, a Milano, a Torino. Un racconto che mira a togliere quel pregiudizio che troppo spesso e con troppa facilità giudica questo ambiente e queste persone. Sono dell’idea che nessuno nasca cattivo: sono le situazioni più diverse e le necessità che ci troviamo di fronte a mutarci e plasmarci in qualcos’altro.

Si prova un grido di amara rassegnazione
perdersi nell’abisso di un dolore
sconosciuto ma vivo, silenzioso ma pungente.
E’ la consapevolezza di cadere
verso il fondo del proprio buio
per ritrovare la libertà
chiudere gli occhi e riposare.
L’abisso di un mondo diverso
un mondo di valori facili da giudicare
ma reali
parti di vite spesso dimenticate.
Ragazzi alla ricerca della propria identità
percorrono strade accidentate
dove il giusto e l’ingiusto si sovrappongono
senza limiti.
Ciò che resta lucido nella testa
sono solo le nostre azioni
giuste o sbagliate
disegnano confini
costruiscono valori.
O impari e cresci.
O cadi e soccombi.
Ogni giorno
in questa giungla di cemento”.

 

 

VALERIO FANILE

“Sono un ragazzo di 24 anni, nato e cresciuto nel quartiere Montesacro a Roma. Mi sono avvicinato al mondo del arte già dalle superiori, frequentando il liceo artistico Enzo Rossi, per proseguire poi gli studi universitari presso lo IED nel campo della fotografia. La scelta di entrare in questo mondo è stata una scommessa. A oggi credo di aver trovato la mia strada. Il mio percorso artistico è in continua evoluzione, amo confrontarmi con le persone, conoscerle, questo mi arricchisce e mi fa crescere e fa sviluppare il mio sguardo critico, il mio pensiero e la mia visione della fotografia. Il mio interesse al mondo della pittura e della storia dell’arte ha influenzato il mio modo di curare le immagini e, di conseguenza, di vedere le cose. Lo studio della fotografia mi ha permesso di avere un approccio e uno sguardo su questo mondo più viscerale, empatico, che non considera soltanto i canoni estetici. La mia fotografia va alla ricerca del vero e di ciò che suscita in me emozione. Con l’obbiettivo di cogliere la profondità d’animo di chi mi è difronte, imprimendo su pellicola un’istante, un movimento o uno sguardo”.