Dopo aver presentato i Nas1, ecco l’altro dj che animerà il Capodanno 2017 in Piazza Maggiore, facendo da preludio al duo bolognese nell’attesa del rogo del Vecchione. Si chiama Francesco Zaniboni dai più conosciuto come Dj Rou, collezionista di dischi e maniaco del suono analogico. Rou uno dei nuovi propulsori della scena musicale bolognese, sia per la sua instancabile attività in consolle – tra cui quella con il collettivo Homequest – sia perché gestisce insieme ad altri il negozio di dischi L’Archivio, che riapre lunedì 19 dicembre in una nuova sede.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Quando e dove sei nato?
Bologna, 8 aprile 1991.
Oltre a Dj Rou cosa fai? E perché “Rou”?
Ho un negozio di dischi ormai da un paio di anni insieme a un caro amico, organizzo eventi in città, ovviamente musicali, e quando ho un po’ di tempo mi rilasso!
Rou invece è semplicemente un “giochino” di parole tra rue ovvero strada in francese e raw in inglese che sta per grezzo, crudo…A seconda di come si legge Rou, se all’italiana o all’inglese, si pronuncia una delle due parole precedenti.
Ci racconti un po’ de L’Archivio? Com’è nato e chi ne fa parte?
È nato più per caso che per scelta nel mio garage, ormai 4 anni fa. Inizialmente compravo piccoli stock di dischi per poi tenermene qualcuno e vendere il resto, ma nel giro di qualche mese è venuta fuori una collezione considerevole. Così ha iniziato a darmi una mano Enrico Bonvicini meglio conosciuto come Bumbe, grande amico e collega di serate. Nel 2014 abbiamo deciso di fare qualcosa di più serio e abbiamo aperto uno spazio di vendita dischi e birre artigianali all’interno di un negozio di vestiti in via Santo Stefano, che purtroppo abbiamo lasciato l’estate scorsa.
Mentre lunedì 19 dicembre inaugureremo un nuovo negozio in via Frassinago.
Homequest invece?
Homequest è in primis un gruppo di amici. Tra di noi c’è chi fa il dj, chi produce, chi fa l’mc, chi organizza e fa comunicazione o chi fa grafiche…ah e mi sa che c’è anche uno che ha un negozio di dischi! Amiamo la musica, soprattutto quella da club – ma non solo -, e a nostro modo proviamo a salvaguardala attraverso qualunque mezzo a nostra disposizione.
C’è chi di noi ha aperto un’etichetta indipendente che stampa solo in vinile o chi organizza eventi. Ci diamo un sacco da fare.
Da dove arriva la tua passione per il clubbing?
È nata presto. Già da bambino mi piaceva ballare e ascoltare musica. Poi da ragazzino ho cominciato a frequentare le discoteche, in riviera e così via. Nel mentre ho anche sviluppato un interesse musicale, prima con la chitarra da piccolo e in adolescenza con software vari, poi con le prime “macchinette” che sicuramente hanno contribuito a tenere viva questa passione.
C’è un locale/soggetto a Bologna che ha influenzato i tuoi gusti?
Ma a loro modo tutti! Vivo qua da sempre e penso di aver frequentato quasi tutti i locali della città.
Qual è il posto migliore in cui hai portato i tuoi dischi? E il peggiore?
Al peggio non c’è mai fine, la gavetta da ragazzino in Italia regala grandi gioie. Il meglio invece penso debba ancora ancora arrivare.
Chi sono i soggetti in città con cui lavori meglio?
Sicuramente i ragazzi di Homequest, dal primo all’ultimo. Poi D’Arabia nonché Lorenzo Rivola con cui collaboro in Red Rooster Records che è un progetto solo vinile nato l’anno scorso; il buon Jellyboy e, anche se ormai ci lavoro purtroppo poco, Mattia Trani con cui siamo amici da una vita.
Che posti frequenti in città?
A parte i locali notturni che variano a seconda di dove lavoro, vado spesso al Bistrot Il Matto dove ogni tanto metto anche su i dischi oppure al Bar Belmeloro. A mangiare fuori non ci vado tanto ma quando ho voglia 4 volte su 5 vado al Ranzani 13, carissimi amici e professionisti della pizza e della birra.
Hai altre passioni oltre alla musica?
Mi piace molto stare in mezzo alla gente e mi potrei perdere in chiacchiere per qualunque argomento, amo ascoltare le storie della persone.
Mi piace moltissimo cucinare, l’ho sempre fatto fin da piccolo e diciamo che ormai a 25 anni oltre che divertirmi, me la cavo. A tempo perso mi piace anche “imbrattare cose”, dico così perché se dicessi dipingere a qualunque pittore verrebbe un malore.
Attualmente cosa stai ascoltando? E chi sono i tuoi artisti di culto?
Ascolto un sacco di musica che possiamo definire “Stage & Screen” o “Library” sopratutto italiana. Sono un grandissimo fan di Piero Umiliani e lo ascolto costantemente.
Ascolto inoltre un sacco di funk, jazz, fusion, disco, hip hop e ovviamente anche tantissima house e derivazioni.
In piazza ci sei mai stato il 31 dicembre?
Una volta da piccolo, 6 o 7 anni, mi ricordo poco o niente.
Com’è in genere il tuo Capodanno? E cosa ti aspetti da questo?
In genere è un cenone da qualche parte e poi verso le 2 le 3 di notte a mettere i dischi in qualche locale. Quest’anno inizierò prima.
Un Capodanno in piazza è sempre abbastanza complicato: come pensi di “accontentare” quel pubblico?
Accontentare tutti è impossibile, ci sarà un pubblico che spazierà tra i 18 e i 65 anni e forse più. Farò del mio meglio per fare divertire la grande parte!
Finirà abbastanza presto (all’1.30). Dopo cosa farai?
Sicuramente andrò a ballare in qualche festa, ma ancora non so quale…si vedrà!
Qual è la tua definizione di “festa”?
Tanti sorrisi, persone che ballano e bella musica.
Ci consigli un pezzo per prepararci alle feste?