In un’era di sovraesposizione e iperdiffussione di contenuti sessuali – espliciti o soft, liberi o a pagamento, digitali sempre – una vera liberazione di questa sfera dell’essere umano probabilmente non può che ripartire dalla carne, dal corpo che ognun* ha e sui cui sono incise aspettative, codici, regole, pudori e timori – specialmente se si vive in un Paese di forte tradizione ecclesiastica, la cui cultura, anche se formalmente laica, è di derivazione religiosa. Il movimento sex positive parte da qui, dalla sessualità intesa come aspetto di benessere della vita di ogni persona, a cui sono poi legati desideri, fantasie, gusti e anche limiti. Cioè che è fondamentale è scoprire e sperimentare, senza giudizio ma con consensualità reciproca. Una delle realtà che a Roma porta avanti questa visione è La Tana Libera Tutt*, il cui segno distintivo è un atteggiamento particolarmente giocoso e trasversale – avendo ramificazioni, per esempio, nel cinema come nel clubbing – e radicato territorialmente nel quadrante Est della città, Pigneto e dintorni per intenderci. Ne abbiamo parlato in questa intervista con Diego Tigrotto, fondatore della Tana assieme a Panda Silvia, poi affiancato nel progetto da Marilina Marino.
Inizierei con la storia della Tana. Come e quando nasce questo progetto?
La Tana Libera Tutt* è stata ideata da me e Panda Silvia a settembre del 2017, come progetto ombrello di vari workshop sviluppati insieme per divulgare un approccio giocoso e consapevole alla sessualità. Del 2020 è invece la collaborazione con Marilina Marino, dopo che Panda ha iniziato altri percorsi.
Quali sono le prime attività e i primi eventi che avete organizzato e come avete coinvolto i partecipanti?
Nel 2014 ho lanciato insieme a Debora D. la prima Coccoleria, per poter mettere in pratica alcuni aspetti appresi in percorsi di tantra ed esercitare la cultura del consenso. Le persone che hanno partecipato inizialmente orbitavano intorno alla comunità poliamorosa romana, che si stava formando in quel periodo.
Qual è invece la storia del nome La Tana Libera Tutt*? Quali sono gli aspetti dell'essere sex positive che questo nome coglie al meglio?
Il nome è stato concepito all’Open Con 2017, un incontro nazionale sui temi delle non-monogamie consensuali, facendo brainstorming con varie persone. Inizialmente c’era l’idea di prendere in gestione una sede fisica, una sorta di hub per la sex positivity in cui fare workshop e dibattiti quotidianamente. Quello che ci è piaciuto di questo nome è che racchiude quattro concetti fondamentali: la giocosità (per il rimando all’espressione usata nel gioco più conosciuto da piccoli); il riferimento alla tana dove in genere vivono gli animali (i fondatori, appunto, sono Tigrotto e Panda); l’azione di liberazione come missione e l’inclusività come approccio. Il termine Tutt* con l’asterisco è stato aggiornato nel 2019.
Cosa si intende con sex positive in generale e quali sono invece i significati che date come Tana?
Il sex positive è un movimento culturale che nasce negli anni Sessanta per rendere la sessualità un aspetto di benessere della vita di ogni persona e non qualcosa di cui vergognarsi, da tenere nascosto. Gli elementi su cui incentriamo i nostri incontri sono l’espressione e l’esplorazione, attraverso cerchi di condivisione ed esperienza, di pratiche in cui mettersi in gioco fisicamente. L’altro aspetto fondamentale è riconoscere i propri gusti e limiti e imparare a esprimerli.
Puntate molto sulla giocosità, sul consenso, sulla consapevolezza e il non giudizio. Perché sono aspetti così importanti?
La sessualità è un tema di cui si parla come forma di trasgressione invece che un modo di essere più se stess*. Giocare è un approccio che spaventa meno, soprattutto per chi ha interiorizzato vergogna e senso di colpa per il piacere sessuale.
In che modo vi relazionate a un'altro tipo di esplorazione della sessualità che pure esiste, ma è molto più "rude" che giocosa?
La Tana include, tra le varie sfaccettature, anche il BDSM, che affronta giochi di potere e fantasie di violenza e umiliazione, ma è solo una delle tante possibilità che offriamo nei nostri incontri.
Qual è stato il percorso che vi ha portato alla filosofia sex positive?
Il primo incontro con il termine sex positive è stato nel 2013 al festival Xplore, organizzato da un gruppo di Berlino in una bellissima location a Bracciano, dove per tre giorni si tenevano workshop approfonditi sulla sessualità creativa. L’anno successivo, a San Francisco, tramite la Bonobo Tribe, c’è stata la partecipazione al primo sex party che ha dato l’imprinting per l’Animalesque. Poi il Come & Play, un accampamento all’interno del Nowhere Festival in Spagna, è stato ogni anno un’occasione per sperimentare laboratori, orge e gang bang con consapevolezza e creatività.
In cinque anni e poco più avete realizzato diversi progetti, mi piacerebbe una descrizione da parte vostra di ognuno di essi. Iniziamo dalla Coccoleria.
La Coccoleria è uno spazio morbido dove ci si può esprimere con gesti di affettività e tenerezza; dove esplorare un’intimità fisica, ma senza finalità sessuali. Attraverso dei giochi si conosce meglio la propria voglia di contatto e quella degli altri e fare pratica del consenso chiedendo agli altri come vogliono essere toccati. Abbandonarsi a carezze, abbracci e coccole senza secondi fini, stando nel presente e nei sensi: è quasi una forma di meditazione di gruppo, molto potente.
Animalesque.
L’Animalesque Sex Positive Playground è un laboratorio esperienziale nato per esplorare in gruppo aspetti dell’energia sessuale ed entrare in contatto con i desideri e le fantasie proprie e altrui. Dopo una parte guidata si lascia spazio alle interazioni sessuali in salette, chiamate cucce, con materassi e cuscini e attrezzate con sex toys, strumenti per sesso più sicuro. Il motto è “poche aspettative, molte opportunità.”
Poi ancora NUDISCO.
La NUDISCO è un percorso graduale per riprendersi spazi di libertà in cui esprimere il proprio corpo, senza giudizi, e per riscoprire una nudità non sessualizzata. In un ambiente sicuro, protetto da atteggiamenti predatori e sguardi indiscreti, si esplorano limiti e pudori. Attraverso un rito di liberazione dalle oppressioni, giochi di prossimità e decorazione dei corpi, si apprezza la bellezza della diversità.
Infine Sexplorer.
Da alcuni anni a Roma si tiene il festival Hacker Porn e per me è diventata un’occasione per creare dei cortometraggi che raccontano il mondo del sesso in maniera autoriale e dare messaggi educativi. “Sexplorer” è il quarto progetto di questo tipo e quello più strutturato in quanto ha coinvolto una crew di filmmaker e un cast di 15 performer finanziato tramite crowdfunding. Lo stile è mockumentary, ossia un documentario parodia in cui un antropologo del sesso che conduce una trasmissione televisiva, mostra l’incontro con i Pohorny, popolazione che vive in una foresta sperduta e celebra la sessualità con riti ecosessuali. Questo corto è divenuto anche un workshop in cui le persone che partecipano vivono il rapporto tra natura e sensi proprio come quella tribù.
Tra queste attività ce n'è una che preferite su tutte? O comunque una in cui la risposta dei partecipanti dà esiti che vi rendono felici per il lavoro portato avanti?
Un format a cui teniamo particolarmente è il Sex Positive Show, un evento divulgativo in cui invitiamo dei “sexpert”, ossia persone che hanno esperienze specifiche sui temi che decidiamo di affrontare di volta in volta, come sex work, relazioni non convenzionali, educazione sessuale e così via. Dopo questa presentazione lasciamo spazio all’interazione tramite quiz e poi si formano dei cerchi di ascolto empatico con cinque o sei persone in cui, a turno, ciascun* condivide il proprio vissuto sull’argomento. In chiusura c’è l’Hysterical Cabaret: dal palco si fa una performance o una lettura di un testo mentre si viene stimolat* con un sex toy!
Un altro progetto molto interessante a cui siete sempre legati è quello dei Sex Positive Tarot, ce ne potete parlare?
I tarocchi sono uno strumento per vedere in un modo nuovo, attraverso le immagini e i simboli, qualcosa che non è chiaro della nostra vita. Questo mazzo è stato ideato da me con l’aiuto della tarologa Libera Ligorio per esplorare il tema della sessualità, facendo una trasposizione dei tarocchi di Marsiglia e gli studi di Jodorowsky, con le illustrazioni di trentacinque artist* internazionali. Sono stati stampati mille mazzi che sono stati acquistati in tutto il Mondo grazie a una campagna di finanziamento su Kickstarter.
Tante delle vostre attività sono nella zona del Pigneto. Che relazione avete con questa parte di Roma? Cosa vi piace e cosa la differenzia per voi dalle altre?
Il Pigneto è il quartiere in cui viviamo e abbiamo sviluppato le connessioni sociali negli ultimi anni. In questo quartiere si respira un’atmosfera differente, in particolare per l‘alta concentrazione di persone che si occupano di arte, comunicazione e temi sociali, e circoli Arci che alimentano una cultura e un intrattenimento non commerciale.
Qual è la vostra rete nel quartiere?
Marilina fa parte del collettivo “Recuperamo”, nato per ridare vita a uno spazio lasciato per anni abbandonato all’incuria. La Tana Libera Tutt* ha diverse collaborazioni: con il Pianeta Sonoro, che ospita gran parte degli incontri; con le serate del SM Club, in cui c’è un angolo dedicato al sex positive dove si danno informazioni, si forniscono strumenti di sesso più sicuro è c’è un ascolto empatico, con segnalazioni sulle violazioni di consenso. Qui si fanno anche performance e si tengono workshop su temi legati al BDSM. Poi ci sono Safffo e Collettivo Sista, che offrono letture dei Sex Positive Tarot, e il Festival della Vagina, dove ci sono laboratori su consensualità, desideri e fantasie.
A quali progetti state lavorando ora e a quali prossimamente?
Nell’immediato c’è già un appuntamento: domenica 28 maggio torna la NUDISCO, dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia, accompagnata dai suoni di Hugo Sanchez. L’appuntamento sarà diviso in due parti: nella prima, dalle 20:00 alle 22:30, ci sarà un workshop sulla body positivity, poi si apriranno le porte a tutt*, purché senza abiti (si potrà restare in intimo) e nel rispetto dello spazio individuale. Per il futuro invece c’è il progetto di fare un cortometraggio sui tarocchi sex positive girato da regist* del circuito del porno di Berlino. Sarà una produzione impegnativa!