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Tyler Ov Gaia

La notte vista dall'ideatore di NUL, Tyler e raccontata attraverso un'identikit per il numero speciale Grande! Zero - La notte di Milano.

Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi il 18 ottobre 2017
Aggiornato il 23 aprile 2019

Dj, curatore, archeologo musicale. Vive per lunghi periodi in una casa auto-costruita nel bosco. Suona un’elettronica viva, ricca di influenze non-occidentali.

A che ora inizia il giorno e a che ora finisce la notte? Qual è la magia che distingue la notte dal giorno?
Alcune notti possono durare più dell’inverno di Game of Thrones.

La notte di Milano.
Un groviglio di equivoci, spazzatura e qualche gemma che fa filtrare la sua luce meravigliosa dal fondo del pozzo.

La tua prima notte folle.
La prima occupazione, cento lucchetti di biciclette a bloccare gli ingressi e il party all’ultimo piano.

Come ti prepari e come inizia la tua serata?
Seguo una dieta macrobiotica: significa mangiare equilibrato e senza chimica. I protocolli macrobiotici sono molto più rigidi di quelli biologici che invece sono facilmente aggirabili.

Cosa ascolti quando balli davanti allo specchio prima di uscire?
Lo specchio che usiamo per riflettere la nostra immagine è molto meno interessante dello specchio che è la porta di altri mondi e che possiamo attraversare. Preferisco seguire Alice che imitare Narciso.

La vita è un party o i party aiutano a vivere?
La seconda.

Qual è l’evento dei tuoi sogni che vorresti organizzare?
Riproporre ancora una volta la “sinfonia per fischi industriali” che venne organizzata nel porto di Baku nel 1922 da Avraamov: “L’Internazionale” e “La Marsigliese” eseguite da un’orchestra di sirene di fabbrica, pezzi d’artiglieria, mitragliatrici, clacson di autobus e di automobili, locomotive da manovra e dalle sirene da nebbia della flotta del Mar Caspio.

Cos’hai scoperto di notte e cosa sogni di scoprire ancora nella notte?
I tedeschi hanno una parola bellissima per definirlo: “Wanderlust”. Significa desiderio di viaggiare, di fare di nuove esperienze, vedere nuovi posti, vivere la libertà e l’emozione di essere stranieri.

C’è una persona che hai conosciuto di notte che è diventata importante nella tua vita? Chi è?
Tre dei quattro amici più cari li ho conosciuti di notte.

Ti sei mai innamorato di notte?
Per rispondere dovremmo prima accordarci su una definizione comune di “amore” e non basterebbe lo spazio di questa ed altre dieci interviste.

Instagram o facebook? Stories o status?
Preferisco la parola all’immagine, quindi facebook

La discoteca più bella che hai visto?
È una caverna vulcanica di Lanzarote. Mai ho sentito un’acustica così perfetta. Il genio che l’ha concepita è César Manrique, un artista e architetto che lavorava su paesaggi naturali usando le forme già esistenti, modificandole senza violarle.

La festa più bella in cui sei stato?
Forse certi raduni illegali in provincia alla fine del vecchio millennio. Erano come il Burning Man, però veri.

Il luogo nel mondo con la “mejo” nightlife?
Nonostante tutto è ancora Berlino. E anche quando sarà caduta, dovremo ricordare la sua storia, rimettere in fila i fattori che hanno reso possibile quella saga e appiccare altrove nuovi fuochi.

Ti manca qualcosa del periodo in cui facevi il professore a scuola?
Sabotare le idiozie ministeriali. I “Promessi Sposi” sono sopravvalutati, è assurdo dedicare a Manzoni venti volte il tempo che si dedica all’intero Novecento.

Dove vai di notte quando non vuoi vedere nessuno?
Certe piazze italiane, in certe ore, diventano come quadri di De Chirico: senza esseri umani. Architetture non neutrali dove la tua solitudine può assumere forme non previste, di pace o di inquietudine.