C'è chi aspetta per un'ora nonostante l'immancabile cartello alla porta con scritto "completo" (dicono faccia parte dell'arredamento, come la scritta "forse bancomat e carte di credito non funzionano"), c'è chi prenota e si mangia gli spaghetti all'astice con la faccia di un bambino che riceve un regalo inaspettato. L'ambiente è quello da tipica trattoria di mare, con il pesce fresco in vista e i galeoni esposti, affollato all'inverosimile e con un profumino da star male. Unico appunto: ci apettavamo qualche antipasto in più, sulla qualità non si discute (fantastico il polipo con patate); molto buoni i primi (spaghetti vongole e bottarga con un sughetto da brevettare!) e i secondi (aragosta alla catalana con pomodorini e cipolle di Tropea). Il cameriere sardo, Franco, è di una simpatia strabordante, quando abbiamo fatto questioni sul numero di code di aragosta presenti nel piatto ci ha detto: "Vuoi insegnare a scopare a tuo padre?". Perché tornarci: pesce fresco e cucinato come si deve, ambiente rilassato, buon rapporto qualità-prezzo.
Trattoria del Pescatore
via Vannucci 5, Milano
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