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Bauhaus

13/2/2006, Alcatraz, Via Valtellina 25, Milano

di Diego OX4 Ballani

Chiedersi se è venuto prima il Goth o i Bauhaus è un pò come domandarsi se nato prima l'uovo o la gallina. Di fatto la band di Peter Murphy e Daniel Ash ha dato una veste teatrale alla new wave più oscura, fondendo l'esistenzialismo del post punk con la decadenza del glam. Una vita breve, appena 4 anni, segnata da un successo istantaneo: quella "Bela Lugosi's Dead" che il chitarrismo crepitante di Daniel Ash e la carica espressiva di Peter Murphy hanno reso immortale. Basta quel singolo, datato 1979, per fare dei Bauhaus il gruppo più amato dalle legioni dark. Le cronache dell'epoca ci parlano dell'apice creativo, raggiunto con il conturbante "The Mask" (1982), della sensualità perversa di brani quali "She's In Parties" e "Passion Of Lovers", e di una repentina discesa verso un sound più commerciale, che contribuì a scavare un solco fra Murphy e il resto della band. Infine la diaspora. Tre quarti della formazione finirono nei Love And Rockets, mentre il tenebroso Murphy, dopo un album con i Dali's Car (insieme all'ex Japan, Mick Karn) si avventurò in una prolifica, ma deludente carriera solista. Nel '98 una prima reunion passa pressochè inosservata. Bisogna attendere il successo planetario di Bloc Party e Interpol perchè si senta il bisogno di un ritorno in grande stile della real thing. Così nel 2004, Peter Murphy fa nuovamente la sua comparsa sul palco di Coachella appeso a testa in giù, avvolto in un mantello nero. Ora si può parlare di tournèe e nuovo album. I signori del Goth sono nuovamente tra noi.

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