Moira Ricci

Corrispondenze: di affetti, di luoghi, di sguardi che chiedono o affermano. Ci vuole coraggio, per permettere che qualcuno acceda in quelle stanze in cui la memoria che va e che viene riscrive il passato e il presente, vincendo su istanti, ore ed ere geologiche. In 20.12.53-10.08.04 (2005/2006), Moira Ricci ha raccolto fotografie della madre – le foto di una vita – su cui è intervenuta inserendo l’immagine di se stessa nell’atto di guardarla. Accanto alla bambina-ragazza-donna, affiora una figura singolare, straniante, ma coerente con lo scenario di ogni epoca, come a costruire una nuova doppia biografia, impossibile e segreta. Una presenza che si rivela piccolo detonatore di intensità e che fa sentire nostalgia per qualcosa che non si è mai vissuto, mai visto, nè provato. Nel video "Loc. Collecchio", alcune figure infantili, sagomine ricavate dalle foto scattate all’artista dalla madre, vanno a popolare lo spazio ricostruito di una casa. E si scopre che guardare è anche, e soprattutto, la possibilità di possedere.