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Matisyauh

16/5/2006, Rainbow Club, via Besenzanica, 3

di Carlo Pastore

Il suo nome (traduzione ebraica di Matthew) è impronunciabile, perciò: occhio alla lingua. Tipo buffo, classico stile ebraico: barba ispida e occhialetto intellettualoide, praticamente uno di quelli che tutto penseresti facessero, tranne che musica. E invece. L’anno scorso col singolo “King Without A Crown”, ha stupito e conquistato un bel po’ di gente con la sua fusione di giudaismo ortodosso e classici ritmi reggae. Ora, secondo album. Che porta per la prima volta in Italia. Di se stesso dice di non ritenersi particolarmente all’avanguardia, ma di essere stato “investito da Dio di questo incarico”. Sticazzi. Per una serata da curiosi.

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