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Horrors

4/5/2007, Rainbow Club, via Besenzaica 3, Milano

di Andrea Cazzani

A dire la verità gli Horrors che conoscevo erano altri, erano dell’Iowa, facevano del gran garage blues, sembravano operai drogati e si sono sciolti nel 2003. Questi di stasera invece sono inglesi dell’Essex, fanno un gran mistone di new wave e dark, rock’n’roll e punk, sembrano degli eccentrici damerini drogati e gli allibratori pagano 7 a 1 se si sciolgono entro il 2007. Pare che un loro concerto a New York sia finito a botte, insomma è come avere cinque Doherty al prezzo di uno. Poi però senti il disco ("Strange House", Loose/Universal) e ti accorgi che dentro c'è furia vera e - era ora - un tiro ben più cattivo dei gruppetti inglesi che spezzano il cuore delle ragazzine indie. Questo è il concerto indie-mondano del mese. Immagino però un dress code più suicide girl che maglietta a righe. Sul palco bisognerà vedere: possono anche essere un pacco clamoroso (sbronzi, che suonano malissimo, che s’incazzano e vanno via). Anche andasse così, sarebbe una cosa che ti ricordi. Gli Horrors sembrano quel gruppo che si scioglie dopo il primo album e concentra in pochi mesi gli eccessi che band più normali diluiscono in anni. Lunga vita ai gruppi che si sciolgono dopo il primo disco.

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