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Tom Waits

17/7/2008, Teatro degli Arcimboldi, Viale dell’Innovazione 1, Milano

di Marco Valsecchi

Il caro, vecchio e stropicciatissimo Tom torna in Italia (un evento che si verifica grossomodo ogni tre eclissi solari). Quante cose mi piacerebbe scrivere su di lui e su questo concerto. Vorrei raccontarvi del suo cantautorato bastardo e geniale, talmente fuori dalle mode da essere eterno. Potrei poi accennare a tutte le serate sbronze finite a intonare “You're Innocent When You Dream” sotto la luna. Non mancherei certo di tirare anche qualche frecciata agli insopportabili emuli italiani, Capossela su tutti. E magari concluderei giocandomi il classico parallelo con Bruce Springsteen, l'altro grande bardo statunitense. Uno che sta a Tom Waits come il sogno americano sta alla (dura) realtà. E invece, niente. Mi tocca stare qui a disquisire sul prezzo dei biglietti. Per forza: con ingressi sparati oltre “quota novanta” di cos'altro vuoi parlare? A pensarci bene, in fondo, è una situazione (tristemente) ironica: le signore con le collane entreranno a teatro, mentre noi fan ce ne staremo fuori, coi nostri portafogli vuoti e le bottiglie di vino, cercando quantomeno di cogliere un po' dell'atmosfera che pervaderà la Bicocca durante quelle tre notti. Proprio come i personaggi di una ballata di Tom.

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