La vedi dal cortile: è una presenza animalesca, che occhieggia al primo piano. Sali e ti affacci su uno scenario bizzarro. Un cimitero di esoscheletri. Forse origami di un gigante disadattato. Sono opere statiche e mobili. Leggere e pesanti. Casuali e pensate. Ricche e povere. Potremmo andare avanti per tutto il testo a suggerire opposizioni che le definiscano. Una mostra che è una fotografia senza sbavature di quel che accade nella scultura contemporanea: dimensioni ridotte, reinvenzioni di forme a partire dalla manipolazione di oggetti o di materiali preesistenti, repertori. È impeccabile. Forse persino troppo.
Luca Trevisani
29/5/2008 - 1/9/2008 Fondazione Marconi - Galleria Giò Marconi, via Tadino 15, Milano
Social