Gara delle batterie elettroniche

Diciamo le cose come stanno: tu non puoi venire a Segrate a vedere la “Gara”. Tu sembri Chloe Sevigny che si veste con roba di H&M creata per gente che si rifiuta di usare i mezzi pubblici. Non sei ben accetta. Alla “Gara” sono stati banditi i baffi da sette edizioni. Solo barbe eteronormative da stanza di controllo del CERN. Neanche il tipo su cui ti strusci il giovedì può venire. Alla “Gara” trovi solo cose che non ti piacciono. Uomini che battono il ferro. Uomini che ti battono a Super Mario Bros. Pasta al pesto con troppo olio. Tutto ciò che al tuo corso Ied ti avevano detto di non fare perché ti avrebbe ucciso. A parte questo c’è musica fuori moda, totalmente out. Gente che si organizza e si costruisce da sola il proprio strumento da suonare e viene da tutta Italia in modo che tu possa fare la smorfietta e, mettendoti una mano davanti alla bocca, dire alla tua amica di fianco “Ma ché (sic) é questa roba qui! Dove mi hai portato?”. Tu sei voluta venire, cretina! E non puoi manco scappare al baretto come al Netmage quando non ce la fai più. Ci sono troppi rumori alla “Gara”. Rumori che spesso fanno schifo, ma esistono. Una cosa di cui certo nessuno ti ha mai accusato.