Inutile storcere il naso, il mondo superflat di Takashi Murakami è quello in cui noi - generazione dei pomeriggi passati a guardare BimBumBam tra Doraemon e Pokémon - siamo cresciuti. Tra una Sailor Moon dai seni più che prorompenti, un Super Sayan dotato di energie oltre l’umano e un fungo atomico a forma di teschio, è davvero troppo facile bollare il lavoro dell’artista come kitsch in un mondo dominato dall’estetica occidentale. Oltre ai manga e agli anime, il suo lavoro rappresenta l’espressione contemporanea di una cultura che parte dal periodo della pittura Edo e arriva alla subcultura otaku. Un comunicatore che ha costruito una strategia di marketing vincente? Anche e di certo non sarà lui a negarlo. In ogni caso prima di archiviare la pratica in modo superficiale un giro a Palazzo Reale per vedere "Jellyfish Eyes" nella Sala delle Cariatidi va fatto. Chissà che alla fine non decidiate di farvi recapitare a casa direttamente dal Giappone un pupazzo di Mr. Dob della Kaikai Kiki co., o una borsa di Louis Vuitton firmata da Murakami, o che addirittura tra qualche anno non vi ritroviate a guidare una Nissan Pivo.
Takashi Murakami
23/7/2014, Palazzo Reale sala delle Colonne, Piazza Duomo 12, Milano
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