Ben Klock

Un giorno ho portato mia sorella Giulia là dove il ritmo pulsa talmente forte da entrarti nelle ossa e il soffitto è così alto che quasi non lo puoi vedere. Poco sopra ci si va a divertire, a ballare, a sbirciare la grigia alba industriale tra le persiane socchiuse. Ma lì sotto è diverso: è un muro che ti colpisce dentro. Il muro, quella sera, lo stava costruendo Ben Klock. Oggi, in trasferta dal suo amato cantiere berlinese, metterà techno, forse meno dritta per la venue differente, ma sempre profonda e carica di bassi come piace a lui. Consiglio allo staff di dare in omaggio caschetti di protezione.