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Paul Van Dyk

19/12/2008, Amnesia, Via A. Gatto, Milano

di Massimiliano Grai

Berlino, 2006. È un pomeriggio uggioso, ma il grigio del cielo non riesce a raffreddare la carica che sentiamo dentro. Vaghiamo da un carro semivuoto all'altro, pionieri di una giornata che è ancora agli inizi. Nella nostra maratona itinerante ne incrociamo uno che, diversamente dagli altri, si trascina una scia di persone impressionante. Non riusciamo a riconoscere chi sia il dj al centro di quella cometa, la musica si confonde con quella del carro che stiamo seguendo e senza troppo interesse passiamo oltre. Ore 22:40, manca solo l'ultimo dj: è Paul van Dyk. È stato votato miglior dj dell'anno. Il nome non mi è certo nuovo ma, essendo orientato più su altri territori della musica elettronica, fino ad allora solo un nome era rimasto. Quando sale in consolle lo riconosco: è il dj della cometa di molte ore prima. "Questi tedeschi, ancora alla trance sono fermi..." penso. Invece dopo pochi secondi capisco: quello che suona van Dyk non è musica, è energia. Credetemi, non importa se vi piaccia la prog-trance, né se amiate la musica elettronica. Signore, signori: stasera all'Amnèsia c'è Paul van Dyk, per la prima volta a Milano. Non c'è carro che tenga...

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