Tijs Michiel Verwest, per tutti Tiësto, è considerato il dj numero uno al mondo. Il che non significa il più bravo, ma semplicemente il più popolare, nonostante dalle nostre parti rimanga pressoché sconosciuto ai più. Questo è dovuto alle alterne fortune della musica trance in Italia, genere di cui Tiësto è divenuto il portabandiera dopo aver accompagnato con un suo dj set la parata degli atleti durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Atene nel 2004. In quella notte di agosto, davanti ai settantamila presenti e a quei due o tre miliardi di persone collegate, la professione del disc jockey, che sino al giorno prima godeva di una bassa considerazione, si consacrò, permettendo così all’olandese di entrare nell’olimpo degli dei. Paiono parole auliche le mie, ma in realtà è la sua musica che le contagia: violini che accompagnano giri di sintetizzatori (più che scontati a dir la verità), sopra melodie audaci e fragranti. Ripartenze impulsive, pause lunghissime e lì sotto, il popolo adorante. Mi auguro che questa sia una notte di gladiatori e odalische, anche se tutto questo, in fondo, non fa t(i)esto. Ah ha...
Tiësto
13/2/2009, Amnesia, via Gatto, Milano
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