Quando si parla di James Holden, la prima cosa che mi viene in mente è la sua capacità di far ballare selvaggiamente su arpeggioni spaziali senza cassa, un miracolo che ben descrive la perfezione psichedelica dei suoi dj set: un flusso mentale che non sacrifica ballo e sudore, ma li esalta. Un risultato a cui tutti si sarebbero fermati ritenendosi soddisfatti. Ma non Holden, cui mancava ancora un corrispettivo su album di questo suo nuovo corso pan-musicale. Così l’anno scorso è arrivato il monumentale "The Inheritors", risultato di una ricerca che andava avanti da anni e in cui ha ripercorso tutti i suoi ascolti e influenze (dalla musica cosmica allo spiritual jazz), in cerca di una radice comune che potesse definire come sua personale. Da lì, James ha imbracciato i suoi synth modulari e, come un moderno druido, ne ha ricavato il rituale perfetto per ottenere la sua idea di musica totale. Oggi, finalmente, lo vedremo dal vivo in questa veste di "matemago naturalista", davanti i suoi manopoloni a evocare, attraverso arcani marchingegni, suoni e sequenze come spiriti vorticosi della foresta. Propulsione ritmica garantita dall’esplosività della batteria live, viaggio allucinato assicurato.
James Holden + enRoll aka Rame
18/9/2014, Fabrique, Via Fantoli 9, Milano
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