Aprire uno speakeasy chiamato 1930, in una Milano da clima da gran depressione del ’29, è una spinta propulsiva tosta. Passo dopo passo, dall’arredamento (magnifico il banco in legno) alla bottigliera, sta nascendo un locale intimo e garbato. La carta da parati a bande marroni e nere, l’attire dei barmen, il pianoforte che tra qualche mese farà vibrare i martelli di swing, il piano interrato ancora da immaginare, tutti indizi del potenziale di 1930. Le vecchine del quartiere hanno già sbirciato nella vetrina, scambiando l’anticamera (con futura cucina) del locale per un nuovo fruttivendolo. La frutta nelle casse invece è per i cocktail, fornita ai baristi tramite un passaggio nascosto nel muro. Al banco, i ragazzi pestano e miscelano grandi classici e soprattutto cocktail studiati da loro: infusi, Japanese bartendering, antiche ricette. Qualità e tranquillità giustificano i prezzi un po’ più alti della media (cocktail da 9 euro). Scopri gli spiriti pregiati nel menu, inserito in un breve libro che ti racconta la nascita romanzata del locale in una Milano che non c’è più, e goditi la Milano che verrà.
1930
Via Sottocorno 19, Milano
Social