Erravo per la Cina quando nello Jiangsu (leggi Paolo Sarpi) vidi le Cantine: l’ultimo baluardo dell’italianità. La vineria bohémien resiste, piccola e fornitissima, tra artistoidi, residenti e „radical vip“. Un luogo in cui l’happy hour è fortunatamente un concetto bandito e l’aperitivo è ancora quello dei nostri nonni, rosso o bianco e via. Si chiacchiera e si „plaza“ calice alla mano con chi si intende di vino e chi invece ne è solo inebriato, nonostante la ricotta salata che tampona; estate o inverno, strabordando sul marciapiede o seduti nel dehors, una manna dal cielo da quando Paolo Sarpi è chiusa al traffico. Ordinate una bottiglia, la scelta è sterminata, si risparmia e se volete continuare a bere dopo la chiusura potete portarvela via.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2020-03-01