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La mostra „manifesto“ di Karim El Maktafi

Aka la storia di una sinergia creativa con il vandalismo

Geschrieben von Giada Biaggi il 22 April 2021

Foto di @Karim El Maktafi

Quella che vi raccontiamo è un’operazione di arte pubblica necessaria e che ci fa riflettere su temi privati; alla quale però le contingenze di un atto vandalico hanno aggiunto un ulteriore strato semantico. Ha aperto mercoledì 14 aprile il nuovo progetto espositivo della Other Size Gallery di Milano che, per scongiurare il rischio di vedere chiuso il proprio spazio a causa della pandemia, presenta una mostra allestita in parte tra le sue mura e in parte per le strade della città, in modo che rimanga fruibile al pubblico anche in caso di chiusura. Curata da Giusi Affronti, la personale di Karim El Maktafi (classe 1992) “Fantasia” si svolge in due momenti spazio-temporali: fino al 3 maggio, presenta circa quindici scatti esposti tra le sale della galleria e le vie limitrofe, in un itinerario diffuso che sfrutta gli spazi della cartellonistica pubblicitaria; fino al 24 maggio, prosegue nella sola galleria dove vi si possono ammirare le opere più significative – inoltre attraverso l’utilizzo di QR code posizionati accanto a ogni fotografia, il pubblico può inoltre accedere a contenuti extra che raccontano il progetto fotografico e il suo autore. Other Size Gallery ha pensato all’esposizione come un omaggio alla città non solo nella modalità di fruizione, ma anche nei suoi contenuti. Le fotografie di Karim El Maktafi – che documentano in scatti spettacolari alcuni momenti della “Fantasia”, manifestazione tradizionale magrebina – offrono infatti a chi le osserva un orizzonte inaspettato e “altro” rispetto a quanto, da oltre un anno, la maggior parte della popolazione è abituata a vedere. Attraverso il lavoro del fotografo italo-marocchino, la galleria invita e accompagna il pubblico in una passeggiata urbana che proietta chi la compie in un viaggio da fare con lo sguardo e con l’immaginazione verso mete e culture che, per ora, rimangono precluse. “Karim El Maktafi documenta la “Fantasia” nel 2017 – spiega la curatrice – nella città natale della sua famiglia, Bouznika, stabilendo così un legame con le sue radici. Questo progetto nasce dalle sue ricerche sul folclore del Maghreb, attraversa il ricordo di questo spettacolo tradizionale fruito da bambino attraverso la televisione, per diventare un’esperienza privata, personale e flagrante. Tutta da condividere”.

Un’operazione di arte pubblica che veicola un tema intimo; alla quale le contingenze di un atto vandalico hanno aggiunto un ulteriore strato semantico. Per la serie: lezione d’inclusività a regola d’arte

 

Il  italo-marocchino Karim El Maktafi (Desenzano del Garda, 1992) ha dato una bella lezione di creatività al writer che imbrattato le sue opere-manifesto la scorsa notte con due croci; le foto in questione raffiguravano due cavalieri marocchini e quelle croci rappresentano forse un rimando al cattolicesimo o qualcosa del genere – poco importa comunque. Quello che a noi interessa è che le fotografie di Karim sono diventate un’opera d’arte processuale per il rework artistico  che lo streetartist Zagom ha fatto sulle croci vandalicherealizzando un’altra opera partendo proprio dal grado residuale dell’imbrattamento – sono nate così due sciabole tradizionali realizzate a partire dalle due croci. Ed è così che dal quartiere arriva una lezione d’inclusività a regola d’arte.