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Spazi: cosa farsene e come ripensarli

Per il Fuorisalone YOOX presenta Multi Form* una riflessione sulle condizioni dello spazio con cinque figure dell’arte e del design

quartiere Tortona

Geschrieben von Piergiorgio Caserini il 30 Mai 2022
Aggiornato il 1 Juni 2022

Per chi segue un po’ le vicissitudini che riguardano i modi in cui i compartimenti creativi si danno nei mercati, saprete benissimo che moda, design e arte stanno ormai da una decina d’anni occupando logiche prêt-à-porter nel commercio online. Ben prima che l’arte riconoscesse l’eventualità del valore degli NFTs come corrispettivo dei mercati dell’arte, e all’incirca negli stessi anni in cui le reti peer-to-peer dei Bitcoin s’affacciavano a un uso più istituzionalizzato, YOOX attaccava in Italia l’e-commerce artistico con i multipli di Vezzoli nel Padiglione Crepaccio durante la Biennale di Venezia. Insomma, si gioca d’anticipo e ora YOOX produce spessissimo iniziative in cui coinvolge artisti e designer, e qui arriviamo al Fuorisalone di giugno, dove YOOX porta in scena una riflessione sui cambiamenti degli spazi abitativi, ovvero su come il design non si limiti alla produzione di suppellettili e giochetti per gli occhi, ma si ponga piuttosto come un generatore di esperienze estetiche – non poi così dissimilmente dall’arte – rivolte però a un’ambizione specifica: la produzione dello spazio. Perché lo spazio, e ormai si dovrebbe sapere, non è né categoria né “numero primo”. Piuttosto, è un modo di ambientare le azioni, le forme, è una maniera di collocare e considerare le cose, un po’ come la nozione di misura, del metro: non esiste, ma una volta pensato organizza il pensiero.

Perché oramai si sa: lo spazio non è né categoria né “numero primo”, ma piuttosto un modo di ambientare le azioni.

Se vi pare complicato, pensiamo sia proprio questo il sottotesto di Multi Form*, il progetto collettivo in cui YOOX ha invitato cinque artistə e designer a ragionare su cosa sia uno spazio fluido, non definibile se non contestualmente, di cosa significhi insomma abitare oggi. Andrew Ross, Gab Bois, Guendalina Cerruti, Miranda Makaroff e Steve Messam sono i nomi dei creativi che presenteranno cinque opere e cinque oggetti unici, nella forma del multiplo, in vendita esclusiva su YOOX. Troverete tutto in via Tortona 14, assieme anche a Floating Room, un’installazione immersiva realizzata in collaborazione con GIGA Design Studio, in cui lo spazio intero si muove inseguendo i movimenti dei passanti e una programmazione di talk e dialoghi. Ma torniamo ai cinque, ve li elenchiamo uno per uno – giusto per capire di che cosa stiamo parlando.

 

ANDREW ROSS

Come tanti fissati con la riproduzione digitale e la sparizione dello spazio reale, Ross è un archeologo che combina figure, oggetti, sculture e spazi per cercare di capirci qualche cosa rispetto ai rapporti tra reale e virtuale, tra ciò che si tocca e ciò che si vede, mescolando di conseguenza un mucchio di riferimenti storici, scientifici e culturali, con una spiccata predilezione per la metafora, per dire qualche cosa con qualche cos’altro. Si spiega così l’installazione per YOOX, Timeline: una specie di foca stilizzata con colori vivacissimi che soltanto l’internet memetico concede, morbida e leggera, così morbida che si nota subito il contrasto tra forma e materiali del blocco monolitico di roccia a cui questa tenera foca con i baffi a lancetta d’orologio è incatenata. È una riflessione sul tempo? Sull’estinzione? Su chi sa nuotare ma affoga se lanciato in acqua con i sassi nelle tasche? È soltanto una questione di tempo, lo sappiamo. Su YOOX trovate invece una simpatica stampa dove uomini e donne sollevano con disinvoltura, ballando, un cavallo con i calzini bianchi. È il Siddhartha.

 

GAB BOIS

Artista dell’Instagram, Gab Bois ha quella sensibilità che sa collocare il poetico tra le mura di casa, nelle vasche da bagno, nelle unghie, nei denti, nelle scarpe, nei piatti, nei computer, nei piedi, nei capelli, nelle lattine, nelle tazzine, negli alberi di natale, nelle ciambelle, nella lattuga, insomma: nell’ordinario della familiarità Gab Bois scatta foto adattissime per IG, in cui fa dell’ordinario un rimarchevole, e sempre con un a degnissima ironia. Insomma, un fare della vita un tableaux vivant guidato dall’hype culture e sempre tenendo a mente un album di famigliaIn mostra per Multi Form*ci sarà Jell-o salad sofa: la stampa di una poltrona-ricordo d’infanzia che è una gelatina-insalata, una seduta semisolida e certamente gustoso proprio come il barlume di un ricordo. Su YOOX trovate questa stampa per rendere i muri della vostra casa più fluidi. Tutto buono e tutto comodo.

 

GUENDALINA CERRUTI

Milanesissima, Guendalina ha una pratica che attinge appieno all’esperienza personale di tutti i giorni, come in fondo dovrebbe sempre essere. Sono dettagli di uno sguardo che prendono una dimensione ampia, riflessiva, come quando guardi una cosa talmente tante volte finché a un certo punto perde di senso e diventa qualche cos’altro. È una specie di perenne stato d’allerta che punta a una processualità complicata: l’autofiction. Sapersi raccontare e sapersi trasformare, considerare la storia, personale e non, alla stregua di un romanzo, e allora sconfinare tra sé e il resto, un autoscontro tra sensazioni, pratica artistica e realtà quotidiana, senza distinzioni. E ovviamente, qui sono i gusti a fare la differenza. Per YOOX Guendalina ha costruito un Butterfly-dog, un cane farfalla: vola e abbaia, potreste immaginarvelo un po’ come Falkor del La Storia Infinita ma no, sbagliereste. È più un bozzolo, un cagnoletto racchiuso nel corpo di una farfalla e fatto assemblando una patchy-texture, insomma. Sul sito, trovate invece ciò che tutti vorrebbero: un peluche di un cane avvolto in un abito da farfalla: è Teddy Farfalla.

 

MIRANDA MAKAROFF

Una parola: eclettica. Poi, coloratissima. Miranda Makaroff fa tutto: pittrice, illustratrice, stilista, dj, attrice, e tutto si mescola sempre, immancabilmente, ogni volta che produce qualche cosa. Il risultato è sempre una boccata d’aria fresca, un inno alla vita, ma pure con un retrogusto politico, perché per Makaroff niente è uguale a niente: una differenza ostinata e contraria governa pressoché tutto, per cui tutto si distingue, tutto deve distinguersi. Così, per YOOX c’è Verum me the mirror (the real me), uno specchio che non è uno specchio ma uno statement floreale che ha il sapore dell’identificazioni tra la variegatezza delle forme naturali e l’esubero di distinzioni che è poi la base di tutto, dei volti soprattutto. Sul sito, un vaso: Vernat, a metà tra piante, ornamenti e figure antropomorfe. Chiudiamo qui cestinando Adolf Loos e il suo “Ornamento e delitto”.

 

STEVE MESSAM

Artista ambientale come non se ne vedono tanti, a differenza di tutti gli altri Messam fa in sostanza arte pubblica: prende architetture, relitti, ruderi, crinali, colline e pianure e li esplode con gonfiabili e tensostrutture dai colori quasi infantili, accesissimi, per cui qui il vero soggetto è lo spazio e la necessità di reimmaginarlo in continuazione, interrompendo il paesaggio, puntandolo come se si trattasse di mettere punti e virgola in una frase letta tante volte. Per YOOX c’è quindi un classico: un gonfiabile con quattro aculei conici giganti che fa da frangia rigida a un palazzo, una bolla d’aria che sollecita i vincoli architettonici e trasuda negli spazi, proprio come dovrebbe fare l’aria. Sul sito trovate invece un piccolo cuscinetto che vi solleticherà la testa con i suddetti aculei. Tutto morbido, ovviamente, come lo spazio.

E per non farci mancare nulla vi aspettiamo, sempre molto fluidi, anche al party di sabato 11 giugno con l’elettronica della label Toy-Tonics.