Ippolito Pestellini Laparelli, socio di OMA e uno dei Creative mediator di Manifesta 2018 a Palermo appena conclusa, era sicuramente la persona più indicata per curare una mostra sugli archivi della Fiera di Milano, basta pensare alla bella mostra sul centenario della Rinascente aperta l’anno scorso a Palazzo Reale.
Prospettiva. Viaggio negli Archivi di Fondazione Fiera Milano, promossa da Fondazione Fiera Milano in collaborazione con AFIP International (Associazione Fotografi Italiani Professionisti) e la Triennale di Milano, rappresenta il primo importante episodio del progetto PROSPETTIVA sugli Archivi fotografici per la creazione di un centro di eccellenza aperto alla città per la valorizzazione della fotografia.
Nel “corridoio” che apre la mostra si riconosce subito la mano pestellinesca nello stile rough delle scaffalature metalliche che mettono immediatamente in mostra la complessità di un archivio come quello di Fiera: l’eterogeneità dei materiali, le foto stampate e in negativo, i rotoli, le guide, i manifesti, le scatole, i gadget, e anche i guanti bianchi che invitano i visitatori a sfogliare, consultare, immergersi in questo patrimonio, che nella sua interezza misura ben 8 chilometri e che qui è rappresentato in piccole quantità per ogni sezione.
Nella stanza successiva passiamo dal formato alla cronologia, alla riconnessione con la storia: sulle pareti tutti i poster dal 1920 a oggi, che mostrano come il fascismo degli anni pieni abbia rimosso dalla grafica qualsiasi richiamo all’internazionalismo originale, per inneggiare all’autarchia e alle grandezze italiche, e come solo dopo il dopoguerra ricominci ad apparire sempre più forte la vocazione globale. Microfilm, cataloghi, infografiche, mettono in evidenza episodi storici estrapolati dal corso di una manifestazione che ai tempi faceva numeri straordinari, inimmaginabili oggi (per esempio 4 milioni e mezzo di visitatori in 20 giorni).
Con un andamento rapido e leggero, la mostra continua in una serie di racconti: “Voi e l’Europa”, la riproduzione di una mostra divulgativa sul senso dell’Unione nascente, nel Dopoguerra; uno degli ormai mitici film-montaggi di Davide Rapp (eseguito in tempo record, solo tre settimane) di 21 film dagli anni 20 agli anni 80, decostruiti e ricostruiti per categorie; “Anteprime”: una mostra di cose presentate per la prima volta in Fiera, degli exempla di innovazione destinati a lunghi successi o alla sparizione; “Squarci di futuro”, mostre divulgative sul nucleare, o sullo spazio, tra cui la straordinaria casa telematica di Ugo La Pietra, una specie di archeologica Internet of Things, già esposta altre volte ma mai con i materiali reperiti in questo archivio; una riproduzione del Centro Scambi e Incontri, costruito apposta perché le delegazioni potessero fare trading; il Palazzo Africa, progettato da Melchiorre Bega e inaugurato da Moro, uno snodo storico di particolare importanza per Pestellini, che segna il destino di Milano come città aperta non soltanto verso il nord e l’Europa, ma anche verso il Mediterraneo. In ultimo, gli album di fotografie firmate Basilico o Berengo Gardin, ma anche non firmate, si possono sfogliare per ore e ore, sempre con i guanti.
Come è stato più volte ribadito dal curatore, grandissima parte della qualità e dell’intelligenza di questa mostra si deve al vero e proprio re di questo archivio, Andrea Lovati, che se ne occupa da 15 anni. E oltre alla mostra, il suo contributo è stato fondamentale per il bellissimo catalogo – un free-press dal formato speciale, che simula una collezione di schede-foto d’archivio lussuosamente stampate e accompagnate da un libretto di interviste, fortemente voluto da Carlo Antonelli e curato da Promemoria Group, gli stessi che hanno aperto il portale dell’archivio e che pubblicano la rivista Archivio.
Written by Lucia Tozzi