Il volto di Isaiah Collier è l’incrocio quasi perfetto tra quello di Yasiin Bey (Mos Def) e Lakeith Stanfield (l’iconico Darius di Atlanta, la serie di Donald Glover/Childish Gambino). Con i due il sassofonista di Chicago non condivide solo i tratti somatici ma anche un approccio profondo, originale, cool senza essere svilente e pop senza sacrificare contenuto alla ricchissima tradizione musicale e culturale Afroamericana. Nello specifico l’affinità è con quel continuum panafricano a metà tra lo storico e lo spirituale, diventato corrente imprescindibile a partire dagli anni Sessanta.
Isaiah Collier viene da Chicago. La “windy city”, la città in cui il folk blues ha subito l’elettroshock e si è amplificato grazie a microfoni, valvole e chitarre elettriche, dando vita a tutta la musica popolare del XX e XXI secolo. Lì gli inverni sono freddissimi, la vita è dura (parliamo della terza città degli Stati Uniti per importanza socio-economica) e lo spirito che la anima è quello blue-collar, quello operaio, con tutta la mitologia che si porta dietro.
La musica di Chicago sembra essere la risposta alla sua architettura deprimente. È il sole che sorge da dietro le nuvole, audacia pura, attitudine all’esperimento come stile di vita, brillantezza intellettuale ed emotiva. Da sempre il soul, il gospel, il blues, il rap e infine il jazz prodotti a Chicago hanno avuto questa qualità intrinseca di ottimismo, di ribellione creativa a leggi naturali e sociali costrittive e deprimenti.
Ascoltando la musica del giovane Collier balliamo, ascoltiamo, pensiamo, ritroviamo citazioni musicali di ogni tipo. Anche grazie ai bmp spesso elevatissimi di quasi tutti i brani la sensazione è quella di infilare la testa in un caleidoscopio, in sella — rigorosamente senza casco — a una moto che sfreccia a tutta velocità in mezzo al tornado multicolor.
Insomma siamo di fronte a una cornucopia intenta a vomitare gioiosamente cento anni di tradizione musicale afroamericana: tempesta e calma insieme; sacro (gospel) e profano(blues); easy listening (soul, funk) e complessità (jazz). A parere di chi scrive questo è veramente il concerto più imperdibile di tutta la programmazione di Summertime 2025 e forse di tutta l’estate romana.
VINCI CON ZERO
Zero e Casa del Jazz mettono a disposizione due ingressi per il concerto! Per partecipare al contest basta mettere like alla pagina di Zero Roma e inviare un messaggio specificando l’evento di riferimento e il proprio nominativo. I vincitori saranno scelti tra tutti coloro che avranno partecipato entro le 12:00 di giovedì 10 luglio e saranno gli unici a ricevere un messaggio di risposta.
Written by Giulio Pecci