Guardoni! Ecco cosa pare gridarci dietro Celia Hempton con le opere in mostra alla galleria Lorcan O’Neill. Tutto è voyeurismo, tutto è riconducibile all’atto del guardare e dell’essere guardati. Anche le cose inanimate finiscono per procurarci una sorta di vertigine, come se ci invitassero ad osservarle dall’alto: lo fanno gli zampilli del vulcano di Stromboli, lo fanno le telecamere di sicurezza hackerate che trasmettono online. Lo suggeriscono a maggior ragione genitali e orifizi umani ritratti sempre da una prospettiva sovrastante, quasi dominante sul soggetto. La prima voyeur è Hempton, che sfrutta il suo punto di osservazione privilegiato decidendo cosa mostrarci di ciò che vede. Come Gay Talese e Gerald Foos, a stuzzicarci è la prospettiva di guardare senza essere visti. Un gesto che ci costringe a rivolgere lo sguardo più profondo proprio verso noi stessi.