Sessant’anni fa Camillo Mastrocinque ci consegnava uno dei ritratti perfetti del nostro Paese: Totò e Nino Taranto, due disgraziati bonaccioni, che riescono a fare fesso il riccone straniero di turno vendendogli nientepopodimeno che Fontana di Trevi, rivelando caratteristiche inestirpabili dell’indole tricolore, positive e negative: l’astuzia e la capacità di cavarsela anche nelle situazioni più assurde, la battuta, la faccia tosta, la necessità di fottere l’altro, che si tratti di mezzo posto in coda alle Poste come di fantastiliardi.
Andando in giro per il centro di Roma – come di tante altre città turistiche in realtà – si può notare come da quell’immortale pellicola del 1961 non sia cambiato niente, con l’unica differenza che al posto della Fontana più famosa del Mondo ci sono pizza e spaghetti alla carbonara. Quello della ristorazione è un business che può diventare enormemente remunerativo quando la qualità delle materie prime e del servizio diventa inversamente proporzionale ai prezzi proposti, con la differenza che se costruisci un palazzo con la cartapesta al posto del cemento la gente muore, se servi una Margherita surgelata e cotta al microonde al massimo puoi provocare un mal di pancia e ottenere qualche recensione negativa. Ma con tutte quelle carovane di turisti dal palato spesso grossolano che passano ogni giorno in centro, cosa mai te ne vuole fregare?
Il problema è che a rimetterci sono anche gli stessi romani, che dopo una passeggiata in centro hanno spesso e volentieri solo due alternative: consegnarsi coscientemente al trappolone per turisti o farsi spennare. Per fortuna delle alternative a questo “suicidio” gemello ancora ci sono e ve le proponiamo tutte in questa guida. Non ci troverete lo street food, i bar o i ristoranti stellati, tutte categorie meritevoli di una propria guida, così come una guida a sé stante l’avranno Trastevere, Testaccio, Monti o l’Esquilino, quartieri che appartengono sì al centro, ma dall’anima distinta e riconoscibile. Ristoranti, quindi, dove sedersi con comodità e mangiare pesce come una buona amatriciana, hamburger come sushi. E in centro, quello da strappare qualche volta ai torpedoni organizzati
Contenuto pubblicato su ZeroRoma - 2019-11-16