Circa cinquanta tra fotografie e collage fotografici che si confrontano con il dibattito sulla mascolinità e le sue
implicazioni. La personale di Ibrahim Ahmed è un’indagine sulle modalità attraverso cui la virilità viene percepita e poi si manifesta in immaginari collettivi differenti, sia per aree geografiche che per culture. Non potrebbe esserci argomento più attuale e controverso per lo stesso artista, nato nel 1984 in Kuwait da genitori egiziani, cresciuto tra il Bahrein e l’Egitto prima di trasferirsi negli Stati Uniti e poi tornato in Egitto da adulto.
Non legato a uno specifico contesto geografico né a una ben definita identità nazionale, influenzato dall’idea americana di mascolinità performativa, si scontra con i suoi pericoli. Nei collage usa le architetture come metonimia del potere maschile, mentre i volti dei soggetti scompaiono dietro questa gabbia, suggerendo l’assenza di auto-espressione.
Scritto da Chiara Ciolfi