Milano vista dall’alto, ma non dall’elicottero. Vincenzo Castella per anni si è arrampicato sui palazzi alti ma non troppo, nelle case con il punto di vista migliore, per guardare la città che cambiava, si gonfiava, si spaccava e si ricomponeva. I cantieri di San Siro, con le enormi gru gialle, i binari della Stazione Centrale, i nuovi grattacieli di Porta Nuova, con il bosco verticale e gli alberi ancora nani che non coprivano la facciata minerale, le terrazze ricoperte di giardini lussureggianti che hanno sempre abbondato a Milano, e sullo sfondo, tra le torri, inquadrata la casa mirabile di Caccia Dominioni alla Maggiolina. C’è la Terrazza Martini vista dalla Torre Velasca. E prima ancora lo skyline di Milano Nord che si staglia sull’Arena del Parco Sempione, con ancora un Pirellone prerestauro e la Torre Galfa pre Ligresti.
Lo sguardo di Castella ci restituisce una città sbiancata negli esterni, nitida nell’arroccamento dei palazzi e dagli orizzonti nebbiosi, ma esplosiva negli interni monumentali di Santa Maria delle Grazie, di San Maurizio, del Cenacolo. La terza sezione, Natura, mostra delle mini giungle private, l’esotico in miniatura. Ogni fotografia, dal formato gigante alle miniature di cantiere, è un pezzo di storia.
Scritto da Lucia Tozzi