Applicare il proverbio «Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei» è praticamente impossibile con Angel Deradoorian. Mettendo insieme tutte le sue collaborazioni, ne uscirebbe fuori una curiosa creatura barocca intelligentissima con un debole per electro e cori (da stadio). Voce e basso dei Dirty Projectors periodo Bitte Orca, con vocalizzi, spoken word e cori sparsi negli album di Matmos, Avey Tare (Animal Collective), Flying Lotus, ma pure U2 e Brandon Flowers (!), la californiana di origine armena reinterpreta un clash culturale tra pop e sperimentazione completamente suo. The Expanding Flower Planet, esordio sulla lunga distanza per Anticon, racconta attraverso ritmo, contrappunti vocali e visioni, di una ragazza che dopo tutte queste collaborazioni deve aver capito che lei sarebbe stata altro. C’è un termine perfetto per raccontare la copertina vagamente in stile Prof. Bad Trip di questo album; lo stesso applicabile all’escursione termica tra elettronica minimale vagamente krautrock e suoni caldi d’Oriente, che Angel unisce attraverso le montagne russe di tonalità vocali bizzarre e fatate. C’è un termine perfetto per descrivere Deradoorian, ma aspettiamo di vederla live prima di eleggerla a novella Alice psichedelica.