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ven 20.10 2017 – lun 15.01 2018

La scena artistica di Chicago

Dove

Fondazione Prada Milano
Largo Isarco 2, 20139 Milano

Quando

venerdì 20 ottobre 2017 – lunedì 15 gennaio 2018
H 10:00 - 20:00

Quanto

€ 10/8

Quando nella East Coast americana, a New York, una corrente di artisti portava avanti un certo discorso che prendeva come punto di partenza l’Espressionismo astratto, rigenerandosi in due rami quasi opposti, quello della pop art e quello dell’arte minimale, a Chicago accadeva qualcosa di particolare. Un gruppo di pittori che aveva studiato all’Art Institute – l’Accademia di belle arti di quella città preziosa dal punto vista architettonico e culturale – riprende tematiche e stili assolutamente contro cultura e crea una nuova pittura. Questi “Immaginisti” dipingono la società contemporanea esaltandola ai massimi livelli del kitsch e dell’immaginario pop. Questi artisti sono Hairy Who (Art Green, Jim Falconer, Gladys Nilsson, Jim Nutt, Suellen Rocca e Karl Wirsum); Nonplussed Some (Ed Paschke, Sara Canright, Ed Flood); False Image (Christina Ramberg, Roger Brown, Phil Hanson, Eleanor Dube). Come spiega Suellen Rocca, oggi curatrice della collezione di pittura dell’Elmhurst College di Chicago, che contiene un’importante collezione del periodo e da cui Fondazione Prada ha preso in prestito 3 opere per la mostra milanese – Glimpsed di Christina Ramberg, Cobmaster di Ed Paschke e See Seven Cities di Roger Browns – il termine “Imagists” è stato coniato dal critico e artista Franz Schultz all’interno della sua pubblicazione dal titolo Fantastic Images. «Ha definito così la generazione di artisti di Chicago che si è formata alla Scuola dell’Art Institute dopo la Seconda guerra mondiale. Molti di questi artisti lavoravano con uno stile espressionista figurativo, e furono la prima generazione degli Imagists. Sono anche conosciuti come i Monster Roster». Suellen fa parte della seconda generazione di questi pittori che raffigurano guepière e reggiseni, elementi erotici che definiscono la donna nell’immaginario maschile; uomini palestrati dai grandi muscoli; palme e edifici bizzarri; o elementi più analitici che riprendono la grafica dei primi del Novecento in maniera più colorata e immediata. Mentre la prima generazione è composta dai “maestri” Leon Golub, Dominic DiMeo, Seymour Rosofsky e June Leaf. L’Art Institute è il luogo di formazione per entrambe le generazioni, e l’Hyde Park Art Center era l’incubatore creativo dove venivano fatte le prime mostra. Il centro culturale, ancora oggi attivo per l’arte contemporanea e le residenze d’artista, tra i primi nella South Side di Chicago. Vicino all’Università. Tra gli anni ‘60 e ‘70 questi piccoli gruppi fecero dunque una rivoluzione estetica, oggi poco riconosciuta dalla critica, sia americana che europea, ma che ha fatto scuola ad artisti successivi come Tony Tasset o Jeff Koons. E Celant racconta questa storia ancora sconosciuta per la prima volta in Italia.

Scritto da Rossella Farinotti