Anni e anni di ascolti “matti e disperatissimi”. L’idea di un contenitore di nome avanguardia, dalle pareti flessibili ma resistenti, al cui interno ci sono free jazz ed elettronica, psichedelia acida e sperimentazione deviatissima, senza confini né temporali né geografici. Solchi Sperimentali è un percorso che parte più di quattro anni fa dal primo libro di Antonello Cresti e nel tempo diventa una rete sotterranea in cui la parola scritta è accompagnata da un festival itinerante, visionario e attualissimo, attraverso lo Stivale. Per Roma, Solchi Sperimentali Fest è un appuntamento fisso, giunto alla terza edizone, dove andare ad ascoltare i suoni che scavano sentieri profondi e alternativi nell’underground italiano, incontrando le arti multimediali e declinando il concetto di “sperimentazione” nelle maggiori forme possibili. Espressione capitolina di questa avanguardia mutevole e contaminata, stasera saranno i frammenti di elettroacustica e classica contemporanea di Holy Pieces, la wave oscura e sacrale degli Hurz, la spettrale poesia video/sonora di Acchiappashpirt, il noise industrial tra analogico e digitale dei Noise Cluster e l’improvvisazione elettroacustica di K-Mundi, trio composto da Økapi con Adriano Lanzi e Marco Ariano. Occasione anche per presentare l’ultimo libro di Cresti, Solchi Sperimentali Kraut, e appagare le orecchie più ricercate.