Luglio 1637: con il matrimonio di Anna Brueghel e David Teniers il Giovane assistiamo a un vero e proprio miracolo genetico che segnerà la storia di un’intera generazione di artisti accomunati – prima ancora che da stile, sensibilità e abilità tecniche – dall’appartenenza ad un unico albero genealogico . Cinque generazioni di figli, fratelli, cugini, che a partire da Pieter e Jan Brughel il Vecchio e il Giovane (e siamo già a quattro!), Abraham, Ambrosious Brueghel…sottolineano, ognuno con le sue sfumature “cromatiche” e con il proprio tratto pittorico, che la scuola fiamminga ha dettato legge nell’Europa a cavallo tra XVI e XVII secolo facendo da contraltare a talenti del calibro di Caravaggio.
I temi al centro della loro riflessione riguardano sicuramente l’osservazione della realtà. Vere operazioni di chirurgia nella rappresentazione di ceste di frutta, vasi di fiori immobili e paesaggi contadini con braccianti ritratti in massa ma distinguibili ognuno per un’espressione personale, ognuno per un dettaglio unico, riconoscibile e spesso grottesco, ironico. Palazzo Albergati dunque insiste, e con successo, sul filone fiammingo e sulla sua natura doppia di artisti dalla vena scientifica e visionaria quasi a voler dimostrare che indipendentemente dal corredo genetico, c’è una naturale propensione autoctona all’indagine interna ed esterna della realtà, fino a trovare un punto di incontro o di rottura. Ma questo sta a noi deciderlo.