Carlos Amorales è uno di quegli artisti che assumono la dimensione del mito per tutti quelli che vengono a contatto con loro e con il loro lavoro.
Molti si ricorderanno del padiglione del Messico alla Biennale del 2017, dove aveva creato una sorta di alfabeto segnico con centinaia di strumenti musicali neri, ocarine di ceramica, oppure dell’invasione di inquietanti falene nere sulle pareti e le volte di palazzi e monumenti: un’installazione di dimensioni ambientali, Black Cloud, che sarà riattivata anche alla Fondazione Pini, per la mostra a cura di Gabi Scardi, insieme a diversi elementi appartenenti al progetto Life in the folds.
La mostra comprende inoltre silhouettes e altre opere dell’artista, in un continuo slittamento tra immagini e segni.
Scritto da La Redazione