Ad could not be loaded.

ven 04.12 2015 – dom 07.02 2016

Recto verso

Dove

Fondazione Prada Milano
Largo Isarco 2, 20139 Milano

Quando

venerdì 04 dicembre 2015 – domenica 07 febbraio 2016

Quanto

€ 10 / 8

La raffigurazione del retro di un quadro è un segnale d’allarme, uno scossone allo spettatore bleso, un imperativo categorico allo sforzo ermeneutico. Quando compaiono telai e biglietti, i chiodi che fissano le tele e i cavalletti, vuol dire che entra in gioco la teoria, che la scena dipinta è una proposizione sulla pittura e sull’arte. Non a caso il più famoso dei quadri che mostra in primo piano un bel pezzo di tela è Las Meninas di Velasquez, un vero e proprio trattato che ha prodotto nei secoli fiumi di bibliografia. E va sempre ricordato che i generi moderni della pittura, il paesaggio e la natura morta, sono nati come retri delle rinascimentali scene bibliche o storiche: davanti la Madonna e i santi, dietro i fiori o il bosco o il teschio. Poi ci pensarono i fiamminghi, come racconta il grandissimo Victor Stoichita in un suo libro pieno di fascino (L’invenzione del quadro), a trasformare il parergon in ergon, quello che era dietro o a lato della scena nel soggetto vero e proprio del quadro.

 Diego Velázquez, Las meninas, 1565
Diego Velázquez, Las meninas, 1565

Qui da Prada non si va così indietro, ma il Thought Council della Fondazione, composto attualmente da Shumon Basar, Elvira Dyagani Ose, Cédric Libert e Dieter Roelstraete, ha scelto opere eccezionali di quei contemporanei che hanno voluto affrontare la questione: Carla Accardi, Louis-Léopold Boilly, Gerard Byrne, Enrico Castellani, Sarah Charlesworth, Daniel Dezeuze, Lucio Fontana, Llyn Foulkes, Philippe Gronon, Roy Lichtenstein, Matts Leiderstam, Gastone Novelli, Giulio Paolini e Pierre Toby. Io avrei aggiunto anche la ricerca di Elisabetta Benassi che andò alla Biennale di Bice Curiger, The Innocent Abroad. Erano fotografie d’archivio, ma sempre di retri si trattava, molto rivelatori.

Scritto da Lucia Tozzi