Lo vedrete lì, Pedro Cabrita Reis, col sigaro acceso appena dopo aver posato il martello, strumento di demolizione del mattone forato, elemento primario nella creazione della sua opera. Dopo “D’après Piranesi” e la rivisitazione a Saint Etienne per la Fondazione Volume!, il poliedrico artista lisboeta costruisce una casa nuova per Roma, dalla finitura mancata ma necessaria, come in molte rovine contemporanee di periferia. Un po’ riparo, un po’ struttura di sostegno al museo. Il temporaneo che ordina il permanente sfidandolo con tutta la debolezza che possiede. Un albero silenzioso che supporta il mondo.