Ho iniziato a capire come la fotografia possa avere la facoltà di sintetizzare, capovolgere, esaltare e rivelare lo spazio della città grazie a Gabriele Basilico. Il bianco e nero delle immagini, nitido e asciutto, racconta tutta la sua profonda passione-ossessione per la trasformazione della forma urbana, in cui il sentimento dello sguardo è più importante della fotografia stessa.
Una ricerca analitica da voyeur che inizia dallo spazio industriale di Milano e ci guida nel mezzo delle rovine piranesiane di Beirut e Istanbul, ci trasporta nei luoghi periferici non colti di Buenos Aires e Napoli, poi ancora nelle metropoli dense di costruito di Los Angeles e Rio de Janeiro, e di nuovo nei silenzi dei bord de mer francesi.
Cosa ci faccio io qui, sembra dire, con lo sguardo calmo e paziente. Lo racconterà più volte nelle interviste: per studiare i rapporti, misurare lo spazio, guardare con più profondità e avere un tempo di riflessione più lungo. L’immagine sarà lucidamente ridotta a tutto lo stretto urbano necessario, come un ritratto di città senza atmosfere. La figura umana è volutamente assente nella composizione ma è allo stesso tempo creatrice delle relazioni spaziali esistenti. C’è solo il fotografo dietro al banco ottico alla ricerca della giusta prospettiva narrativa, del momento esatto dello scatto e della risposta definitiva: la città è piena di se stessa.
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Prima della visita è necessaria la prenotazione gratuita. L’ingresso avverrà con biglietto elettronico o Print@Home da esibire al controllo accessi. Per entrare negli spazi saranno obbligatori la misurazione della temperatura e l’uso della mascherina. Gli Ingressi saranno contingentati e scaglionati ogni mezz’ora con obbligo di seguire la segnaletica e mantenere la distanza di sicurezza di 1 metro. Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10:00 alle 20:00; venerdì e sabato dalle 10:00 alle 22:30; lunedì chiuso.
Scritto da Emiliano Zandri