Anello di congiunzione tra il motorik e la cassa dritta via Killing Joke, i K-X-P potrebbero essere gli artefici del live più cattivo (nel senso buono del termine, s’intende) a cui assisterete in questo ultimo scorcio del 2015. O almeno così è stato un paio di mesi fa, quando al trio finlandese spettò l’arduo compito di chiudere con i doverosi fasti il Liverpool International Festival of Psychedelia, con un set alle 2 di notte che (forse) avrebbe steso anche i più incalliti raverini anni 90. Non per merito della coltre di fumo, non per le luci sparate a sorpresa nella sala buia, non per gli abiti di scena da messaggeri del male incappucciati, ma puramente per la botta sonica ossessivo-cosmico-melefica ricreata dalla combo doppia batteria, voce e synth, quella dei K-X-P è una War Dance capace di scuotere le membra anche dei morti viventi (tipo il pubblico alla fine di un festival). Estetica black metal ma approccio live totalmente free form, un passato nella scena synth garage finlandese (con gli OP:L Bastards, da cui proviene la mente del progetto Timo Kaukolampi) ma un futuro orientato a trasformare dance e rock in un’unica, mostruosa creatura aliena. Suoneranno più o meno negli stessi giorni in cui, due anni fa, i Destruction Unit portavano al DalVerme uno dei live più memorabili di quell’anno. Dai che forse è la volta buona per giocarsi pure l’altro orecchio.