Partiamo dalla fine, dal bellissimo vinile in ascolto nella sala d’ingresso: ha lo stesso titolo della mostra, “LOVOTIC”, ed è stato composto sempre dagli ideatori dell’intero progetto, i Soundwalk Collective. Un album con tutti i crismi, prettamente musicale ed elettronico – e acquistabile in loco – che idealmente è uno dei reperti “ritrovati” in un futuro non meglio identificato, da una civiltà che prenderà il posto della razza umana così come l’abbiamo conosciuta finora. “LOVOTIC” è un grande gioco di immaginazione fantascientifica che guarda da lontano il colasso di un’epoca caratterizzata da grandi fortissime tensioni e mutamenti ambientali, sociali e sessuali, in cui la classe dominante patriarcale ha lottato fino allo stremo per mantenere il proprio predominio, generando forme di resistenza, anche clandestine.
Una trama da film orchestrata da Paul B. Preciado e messa nero su bianco in un testo che guida il viaggio tra video, lettering e reperti di un futuro passato che si mescolano alle rovine romane (vere e certificate) che si trovano nel basement del nuovo FOROF – creatura di Giovanna Caruso Fendi nata all’interno di Palazzo Roccagiovine – e sono parte integrante di questo primo progetto espositivo ideato appositamente per gli spazi ridisegnati dallo studio romano IT’S. Una mostra che va dall’alto verso il basso, quasi a creare un ponte tra un futuro ipertecnologico e un passato arcaico accomunati da una sessualità più “liberata”, con il binarismo dei nostri giorni schiacciato nella sua inadeguatezza. Notevole il light design affidato a Urs Schönebaum e Georg Veit, così come notevoli sono le altre compartecipazioni al progetto “LOVOTIC”: Charlotte Gainsbourg, Lyra Pramuk, AtomTM e Willem Dafoe, un piccolo star system tra cinema e avanguardia elettronica. La mostra sarà arricchita da una serie performance, happening e talk, di cui il primo sarà il 22 febbraio, proprio con Paul B. Preciado.
Scritto da Nicola Gerundino