Quasi invisibili come presenza pubblica e caratterizzati da un approccio inclusivo e al tempo stesso elusivo, non solo della musica ma anche del rapporto suono-immagine. Dopo il convincente esordio omonimo del 2014 e il successo di “Racines” (2019), nel terzo capitolo del viaggio musicale firmato C’mon Tigre lo “Scenario” – per citare direttamente il titolo del nuovo album – si fa ancora più ampio, ricco di contaminazioni e suggestioni.

È un piacere passare da un inno alla fluidità a 360° come il singolo “Twist Into Any Shape” – splendido il video, tra i più riusciti visti di recente – alla samba rivisitata di “Kids Are Electric”, dalle atmosfere ethio-jazz-noir di “Supernatural” alla ballad in cinemascope, vagamente 007, di “Automatic Ctrl”. E poi le collaborazioni, quanto mai riuscite e funzionali alla visione d’insieme dell’album con le voci di Xenia Rubinos, Mick Jenkins e il sax destrutturato di Colin Stetson. Menzione d’onore per la doppietta “The River” e “La Mer et l’Amour”, accumunate dal soggetto acquatico ma agli antipodi come arrangiamento, tanto old fashioned e malinconica la prima, quanto sinuosa, una danza mediorientale in versione sci-fi, la seconda.

Un disco perfetto per riattivare le sinapsi e i muscoli, per fare un bel refresh e sentirsi nuovamente liberi dopo due anni di gabbie sanitarie e indigestioni mediatiche. Evocativi, dinamici e a loro modo politici – sia in maniera subliminale con i suoni scelti e i luoghi evocati che direttamente con titoli come “Migrants” – i C’mon Tigre sono un vanto nostrano da supportare e diffondere il più possibile, con la speranza che questa “musica globale” di qualità già rappresentata all’estero da artisti come The Heliocentrics, Khruangbin o Altin Gün, raggiunga una visibilità e una centralità culturale sempre maggiore. “Scenario” verrà presentato dal vivo in questa data romana, nel giorno della sua uscita fisica – in digitale è disponibile dal 25 marzo – e non ci sarà da stupirsi se a fine concerto il loro nome verrà ribattezzato a gran voce dal pubblico “Daje Tigre”!