Due percussionisti, uno di fronte all’altro. Un palco essenziale, quasi spoglio, niente cavi, niente amplificatori. E niente montagne di tamburi, rullanti e piatti, perché qui non siamo in zona drum battle, non siamo di fronte ad una più o meno architettata sfida per incendiare il pubblico. Qui abbiamo una batteria ed un vibrafono, ad inseguirsi, a completarsi, a creare melodie inedite che non cessano di stupirci, in un incontro sempre imprevedibile che prosegue ormai da un decennio.

Due musicisti di due diverse generazioni, da un lato la batteria dell’eternamente giovane Hamid Drake, ormai vicino alla settantina, figura di spicco del free jazz afroamericano e non solo, dall’altro il vibrafono di Pasquale Mirra. Il primo lo abbiamo visto calcare il palco della Casa del Jazz l’estate scorsa con il trio di David Murray e con il progetto Giornale di Bordo insieme a Paolo Angeli, Antonello Salis e Gavino Murgia; il secondo, fra le altre cose, in uno splendido duo con Gianluca Petrella e, con i C’Mon Tigre, nel Parco Archeologico dell’Appia Antica.

Il Roma Jazz Festival li aveva già portati sullo stesso palco a fine 2020, ma quella serata fu trasformata dal lockdown in un evento solo online. Non perdiamo quindi l’occasione di rivederli finalmente dal vivo nell’intimità del Teatro Studio, trasformato per l’occasione in un “Recording Studio”, con il concerto registrato per una delle prossime uscite dell’etichetta del Parco della Musica. Silenzio in sala, mi raccomando!