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ven 18.03 2022

Blaine L. Reininger

Dove

Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Viale Pietro de Coubertin 30, 00196 Roma

Quando

venerdì 18 marzo 2022
H 21:00

Quanto

€ 25

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  • Windy Outside

    Blaine L. Reininger

  • 100 Sad Fingers

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  • Night Air

    Blaine L. Reininger

Courtesy of Spotify™

Sono passati più di quarant’anni da quando i Tuxedomoon suonarono per la prima volta a Roma. Tre concerti in due giorni in un teatro di quartiere, il Trianon, a metà strada tra l’Appia e la Tuscolana, ora diventato una multisala. Da allora quel cabaret sperimentale fra post punk e new wave ha fatto tappa in città un numero infinito di volte fino al concerto in Sala Petrassi del 2014. Poco dopo vennero a mancare sia Peter Principle, pilastro ritmico della band, che Bruce Geduldig, artista, filmaker, rifinitore visivo di ogni loro performance teatrale.

E così di quei giovani di San Francisco ne rimasero solo due: Steven Brown e Blaine L. Reininger. Con una sterminata discografia anche al di fuori dei Tuxedomoon – il primo album in solo è del 1982 – Reininger e il suo violino mancano da Roma dal 2018, quando suonò al Nuovo Cinema Palazzo nell’ambito della rassegna Circuitazioni. Un concerto estremamente spoglio, quasi glaciale, con scarne basi musicali ad accompagnare un uomo probabilmente segnato nel profondo dai recenti lutti. Oggi torna al Parco della Musica nell’intimità del Teatro Studio accompagnato dalla chitarra di Georgio Valentino, cantante americano trasferitosi in tempo di pandemia in Grecia, casa ormai da tempo anche dello stesso Reininger.

Sarà l’occasione per presentare il doppio CD “Wounds and Blessings”, uscito a fine 2021 per la storica etichetta belga Les Disques du Crépuscule, ma non mancheranno chiaramente gli intramontabili classici della luna in smoking. Ad aprire la serata un altro violinista, Luca Ciarla, a percorrere territori in bilico fra jazz e world music. Al suo fianco il prezioso sax di Nicola Alesini, musicista che ha collaborato con nomi del calibro di Hans Joachim Roedelius, David Sylvian e Harold Budd.

Scritto da Carlo Cimmino