Dopo l’esilio forzato degli ultimi due anni nel parco della Casa del Jazz, torna nella più intima cornice del Teatro Studio Borgna “Una Striscia di Terra Feconda”, il festival franco-italiano di jazz e musiche improvvisate diretto da Paolo Damiani e Armand Meignan, che giunge quest’anno alla sua venticinquesima edizione. La formula 2022 prevede un doppio spettacolo, uno pomeridiano alle 18:00 e uno serale, a coprire due fine settimana di settembre.
Aprono le danze le Nout, un power trio al femminile nato da poco e dalla formazione a dir poco inconsueta, con flauto, arpa elettrificata e batteria. Il nome viene dalla mitologia egizia, dove Nut era la dea del cielo, della nascita, della resurrezione, la divinità che ogni notte ingoia il sole per riportarlo al mondo al mattino. Da Nut a Ra il passo è breve ed ecco mescolarsi metal, jazz e noise sotto l’ala protettiva di Sun Ra. Come ci dicono le tre ragazze: “iniziamo con gli occhi chiusi sui sedili rossi e finiamo in pogo sulla pista da ballo“.
Ben diverso e se vogliamo più “classico” il concerto serale, che è poi un doppio concerto. Si inizia con il trio di Edward Perraud, batterista che si muove fra jazz, improvvisazione e musica contemporanea, membro del trio Das Kapital, sfortunatamente ben poco conosciuto dalle nostre parti. Al suo fianco Arnault Cuisinier al contrabbasso e Bruno Angelini al pianoforte, per l’occasione accompagnati, in questa che è una produzione originale del festival, da Luca Aquino alla tromba. A chiudere la serata un duo a prima vista anomalo, che vede l’incontro fra uno dei pianisti della vecchia generazione, Franco D’Andrea, vincitore da tempo immemorabile di tutti i premi e di tutte le classifiche jazz possibili, e Dj Rocca, per un duello fra tradizione ed innovazione all’insegna della più pura contaminazione.
Scritto da Carlo Cimmino