Laboratorio, prove aperte, concerto, Chantiers Sonores è tutto questo e forse molto altro. Un progetto aperto ad ogni invenzione musicale che è stato creato e sviluppato da Daniele Roccato e Michele Rabbia, insieme già attivi come duo. Un lavoro quasi site specific, che trae la propria linfa dal luogo ospitante e dagli artisti di volta in volta coinvolti.
Daniele Roccato e Michele Rabbia li conosciamo ovviamente bene. Roccato spazia dal jazz all’improvvisazione, dalla musica contemporanea a quella antica. Fra i mille progetti ricordiamo Ludus Gravis, ensemble di soli contrabbassi da lui fondato ormai da oltre un decennio insieme al mai dimenticato Stefano Scodanibbio (e qui vi anticipiamo uno Scodanibbio Day programmato per metà ottobre) e il duo con Marc Ducret, visto lo scorso maggio in un doppio concerto alla Casa del Jazz. Rabbia, attivo fin dai primi anni novanta come componente degli Aires Tango per poi collaborare con i maggiori nomi del jazz e dell’improvvisazione, negli ultimi anni lo abbiamo visto in solo, accanto a Gianluca Petrella, Eivind Aarset, Dominique Pifarély, Roscoe Mitchell, da ultimo nel quartetto di Federica Michisanti con Louis Sclavis e Vincent Courtois, e solo pochi giorni fa in duo con Ingar Zach in un tripudio di elettronica e percussioni.
La tre giorni alla Casa del Jazz, fra prove aperte al pubblico a mezzogiorno e concerti la sera, vede accanto ai due artefici di questa officina sperimentale le voci di Ludovica ManzoGiuseppe Creazzo, il violino di Anais Drago, flauti di Mariasole De Pascali, il contrabbasso di Rocco Castellani, la chitarra di Daniele Gherrino, il pianoforte e le tastiere di Giulio Tosti, il clarinetto di Federico Calcagno e le percussioni di Lucio Miele.
Scritto da Carlo Cimmino