Prendendo il nome a mani basse da una delle nozioni più in voga nel milieu culturale e tra le più efficaci degli ultimi anni (nove, per la precisione), HYPEROBJECT è un progetto fondato dalla designer Gaia Lazzaro e ovviamente ispirato a quello scompigliato filosofo e letterato di Timothy. Per sapere che cosa sono gli iperoggetti consigliamo la lettura del libro che altrimenti la tiriamo per le lunghe, ma provando una definizione in velocità di rotta, diciamo che sono quegli oggetti o fenomeni che non riescono mai essere concepiti nella loro interezza (causa: la larga scala, tipo il clima) ma soltanto nelle loro manifestazioni locali (per rimanere nell’esempio, per altro caso a Morton, il meteo).

Detto questo, HYPEROBJECT è un progetto di fashion design che rintraccia i suoi orizzonti progettuali in quest’ambito tematico, e questa seconda uscita lo ribadisce: curata dalla direttrice creativa e visual artist Roxy Ceron, l’evento da FuturDome conivolge artist* internazionali a riflettere sull’inevitabilità della crisi ambientale e socioculturale che ci si prospetta. Ci saranno il duo polacco Inside Job (già in mostra da Eastcontemporary a Milano), mentre l’artista e musicista VISIO (Nicola Tirabasso) presenterà il suo EP Privacy Angels affiancato dal violoncellista HforSpirit (Henry Edward Martyn Bennet).

Focus dell’evento e della collezione è il rapporto tra la composizione organica e la sua morfogenesi rispetto alla strutturazione molecolare; in altri termini tra le possibilità formali, che si modulano continuamente con l’ambiente per mantenere un equilibrio omeostatico, e la rigidità dell’architettura biologica. Massima variazione nella massima invarianza, seguendo una progettualità da designer computazionali.