Quando parliamo di incroci culturali in musica, quello che stiamo veramente dicendo è che un artista riesce a elaborare dentro di sé stimoli diversi e poi sintetizzarli in modo personale. Un processo a tutti gli effetti misterioso e singolare per ciascuno, per lo più inaccessibile all’ascoltatore che può solo godere del risultato finale e fare delle ipotesi. La cosa fantastica di Ahadadream è che questo procedimento è molto più chiaro, come una cucina a vista.
Il dj e producer nato cresciuto in Pakistan , ma stabile a Londra fin dall’adolescenza, usa sempre tre CDJ. Prestando un po’ di attenzione ci accorgiamo che su un piatto c’è una traccia techno, su un altro registrazioni di percussioni tradizionali indiane e su un altro ancora l’ultima hit grime. Stanno suonando tutte insieme e ci hanno trascinato in un delirio no-border cui è veramente impossibile resistere. Il risultato che arriva sul dancefloor è infatti un mix di bassi stordenti, percussioni selvagge e suoni che si muovono impazziti come onde che continuano a colpire la battigia.
Il dj e producer – da impiegato di Boiler Room ad autore di uno dei set recenti più iconici della sua storia – è il nuovo ospite di ODD. Ma, come da tradizione del format, la serata non finisce qui: la proposta live ricalca infatti l’asse con il Medioriente, portando sul palco del Monk gli Stereoteismo . Il quartetto italo-libanese definisce il suo genere “balkan-arabic kon/fusion” ovvero un melting pot di suoni mediterranei e di tecnica jazz, con una dose di groove trasversale. Il progetto prende vita dall’incontro tra il sassofonista Federico Pascucci e il cantante e fisarmonicista di Beirut Samah Boulmona ed è di recente ritorno da un tour e una residenza artistica proprio a Beirut. Infiammeranno la sala presentando per l’occasione il loro primo album.
Scritto da Rick Riley